Capodoglio spiaggiato a Porto Cervo, nello stomaco 22 chili di plastica

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Era una femmina di 8 metri che portava in grembo un feto e ventidue chili di plastica il capodoglio trovato spiaggiato venerdì scorso a Cala Romantica, vicino a Porto Cervo, nel nord-est della Sardegna. Il feto, già morto e in parziale decomposizione, era alto poco più due metri e mezzo mentre nello stomaco del cetaceo era presente una grande grande quantità di rifiuti: decine di buste, teli anche spessi, una grande quantità di piatti e persino un sacchetto con lo scontrino di un prodotto ben leggibile, oltre ad una rete aggrovigliata.

A trovare il corpo è stato il custode di un residence che si apre sulla spiaggia, nell’acqua alta mezzo metro rossa di sangue per il continuo sbattere sugli scogli vicini. Nessun segno di collisione con un’imbarcazione, il capodoglio è stato quasi sicuramente ucciso da quella plastica che ha finito per ostruire il canale digerente. Ad accertarlo sarà, nei prossimi giorni, l’equipe diretta dal professore Sandro Mazzariol dell’Università di Padova, che ha eseguito anche il primo esame necroscopico insieme ai veterinari dell’istituto zooprofilattico della Sardegna.

Quello che è certo è che la plastica sia stata ingerita nel Mediterraneo in quanto il capodoglio, una specie ormai in via di estinzione, non esce mai dai nostri mari e si nutre in profondità. I ventidue chili di plastica sono stati ingeriti nel corso di anni e ciò apre un’importante riflessione sulla qualità delle acque del Mediterraneo, che sotto una superficie brillante nascondono una vera e propria discarica che sta danneggiando l’ecosistema marino.

Il capodoglio è tristemente l’ennesimo esemplare a soffrire della presenza di rifiuti in mare. Ricordiamo tutti il caso della tartaruga che qualche mese fa è stata ripescata completamente avvolta dalla plastica, plastica che ha continuato a espellere dallo stomaco per un altro mese.

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