Spostarsi in velocità per le strade cittadine senza inquinare e senza avere problemi di parcheggio. Da oggi si può grazie a una bicicletta elettrica in grado di raggiungere le 30 miglia orarie, ovvero circa 50 km all’ora. La bici dockless è stata realizzata da Bond Mobility, una startup svizzera leader nel mondo del bike sharing, che offre servizi di micromobilità a prestazioni elevate.
L’iniziativa della startup elvetica ha attirato subito l’attenzione degli investitori che guardano al settore della mobilità come a una possibile soluzione per andare ad arginare problemi sempre più seri come il riscaldamento globale e lo sfruttamento intensivo di energie e risorse naturali. Di qualche giorno fa la notizia che il gruppo giapponese DENSO ha chiuso un accordo di 20 milioni di dollari per finanziare il progetto e accelerare lo sviluppo del suo modello Mobility as a Service (MaaS).
Negli ultimi anni, la forte congestione del traffico nelle aree urbane di tutto il mondo ha contribuito a una delle maggiori quote di emissioni di gas serra. L’obiettivo della Bond Mobility, in partnership con la DENSO, è quello di ridurre le emissioni di CO2 della metà grazie all’utilizzo di tecnologie che riducano l’impatto ambientale.
La e-Bike della Bond Mobility può raggiungere una velocità massima di 30 miglia all’ora – uno scooter elettrico arriva appena alla metà – e può coprire distanze di quattro miglia, a differenza delle bici elettriche convenzionali che in genere riescono a percorrerne soltanto 1,5. Ciò rende la nuova bicicletta superveloce una valida alternativa all’auto e allo scooter per i tragitti urbani inferiori alle sei miglia. Inoltre, la e-Bike può essere guidata senza patente e non necessita di parcheggi appositi come gli scooter, ma può essere lasciata ovunque.
Al momento il servizio è disponibile in Svizzera, a Zurigo e Berna, e fornisce alle persone opzioni di trasporto a corto raggio semplici e sicure, adattandosi facilmente ai requisiti normativi locali della bicicletta. Presto potrebbe arrivare anche negli Stati Uniti, dove si guarda con entusiasmo a quella che si prospetta come una piccola rivoluzione ecologica nel trasporto urbano.