Levi’s, il brand più famoso al mondo per la produzione di jeans, ha annunciato una nuova linea di prodotti che conterraneo canapa, oltre al cotone. Una fibra naturale al 100 per cento e decisamente più sostenibile rispetto ad altre fibre utilizzate nel campo della moda.
Sostenibilità è la nuova mission dell’azienda che per la nuova linea Wellthread™ x Outerknown ha realizzato un paio di jeans, un giacchetto e una camicia composti al 70 per cento da cotone e per il restante 30 per cento in canapa. «La canapa è stata ricavata da un raccolto alimentato solo dalla pioggia e quindi ha ridotto l’acqua utilizzata nella coltivazione delle fibre di circa il 30 per cento», sottolinea la Levi’s.
La canapa, rispetto allo stesso cotone, presenta tantissimi altri vantaggi in termini di rispetto per l’ambiente. In generale la canapa richiede il 50 per cento in meno di acqua per essere coltivata, e pochi o nessun pesticida, mentre il cotone è considerato tra le coltivazioni più inquinanti del pianeta. Secondo le stime del WWF il cotone è pari al 2,4 per cento dei campi coltivati nel mondo, ma incide sulle vendite globali di insetticidi per il 24 per cento e di pesticidi per l’11 per cento. Inoltre la fibra di canapa e più resistente e assorbente del cotone. Regola l’umidità del corpo in modo naturale, rimane fresca d’estate e trattiene il calore d’inverno, ha proprietà antiruggine e antimuffa e inoltre protegge dai raggi UV.
Secondo il brand statunitense, «la collezione è simbolo dell’approccio a più fronti necessario per trasformare la moda. È anche l’ultima di una serie di innovazioni e collaborazioni che hanno fatto di Levi Strauss & Co. un riferimento come centro di innovazione per il design sostenibile».
Il responsabile per l’innovazione dei prodotti dell’azienda, Paul Dillinger, ha dichiarato che l’intenzione non è semplicemente quella di offrire un prodotto alla moda, bensì di trovare soluzioni alternative e sostenibili nel lungo termine. Per questo motivo, il processo di ricerca e sviluppo è ancora in atto e durerà diversi anni, fino a che non riusciranno a produrre una stoffa fatta al 100 per cento di canapa che sembri cotone in tutto e per tutto. Parallelamente stanno studiando anche altre alternative al cotone oltre alla canapa.
Lo stesso responsabile per l’innovazione ha poi concluso dicendo che «acquistare un prodotto realizzato in maniera sostenibile non comporta alcun sacrificio, la scelta non dev’essere tra qualcosa realizzato eticamente e qualcosa che sia carino o gradevole. Comprare in modo sostenibile non deve comportare necessariamente nessun sacrificio».
Tra gli svantaggi della canapa, sicuramente la ruvidità del tessuto che ha bisogno di un processo ad hoc per essere reso più morbido. Una cosa, infatti, è produrre corde di canapa, un’altra è ricavare tessuti che vanno indossati tutti i giorni e che restano a contatto con la pelle per ore. L’obiettivo della Levi’s è rendere la canapa morbida come il cotone per arrivare, entro cinque anni, a realizzare capi composti al 100 per cento di questa fibra.
L’industria della canapa industriale negli Stati Uniti è esplosa nel 2018 dopo l’approvazione del Farm Bill che l’ha resa legale anche a livello federale. Da allora sono triplicate le coltivazioni e ad oggi gli USA, con i loro 31mila ettari, sono il terzo coltivatore al mondo dopo Cina e Canada.
La legalizzazione della canapa industriale ha dato nuovo slancio alla filiera tessile e oggi sono sempre di più le Lohas (Lifestyle of health and sustainability) che spingono per una nuova economia di settore improntata alla sostenibilità. Tra le aziende americane che hanno avviato produzioni di jeans in canapa ci sono, ad esempio, la Hemp Blue, la Dash Hemp e la canadese Rawganique.