L’acqua del rubinetto fa bene all’ambiente e all’economia

Al via campagna #insiemeperlacqua promossa da Utilitalia

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L’acqua del rubinetto fa bene all’ambiente e al portafogli, ed è frutto di un lungo lavoro in perfetta ottica di economia circolare. Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, ha lanciato la campagna “La tua acqua, il nostro impegno”: attraverso l’hastag #insiemeperlacqua, la campagna di sensibilizzazione coinvolgerà le aziende associate che si occupano del servizio idrico su tutto il territorio nazionale.

La qualità dell’acqua del rubinetto in Italia è tra le migliori d’Europa eppure, secondo i dati del Censis, il 62% delle famiglie preferisce l’acqua in bottiglia, spendendo circa 240 euro l’anno. Ogni italiano, in media, beve 208 litri di acqua in bottiglia l’anno: siamo primi in Europa, dove la media è di 106 litri, e secondi al Mondo dopo il Messico (244 litri).

Lo scorso febbraio l’Unione Europea ha emanato una nuova direttiva per ridurre drasticamente l’utilizzo dell’acqua in bottiglia: ogni giorno in Italia utilizziamo 30 milioni di bottiglie di plastica e 7 di vetro, con il risultato che in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire.

“Dietro l’acqua che esce dal rubinetto – spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – c’è un lungo lavoro che parte con la captazione e prosegue con la potabilizzazione, il trasporto, la distribuzione, la fognatura e la depurazione, per restituirla all’ambiente pronta per rientrare in circolo. Un esempio virtuoso di economia circolare, con migliaia di controlli di qualità giornalieri e una filiera che occupa oltre 100mila persone per garantire ai cittadini un’acqua sicura, ecologica ed economica”.

Si tratta di un bene prezioso che va preservato a fronte di fenomeni climatici estremi sempre più intensi e frequenti. Per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, evidenza Utilitalia, sono necessari nel nostro Paese investimenti pari a 7,2 miliardi di euro: 3,9 nel Sud e nelle Isole, 1,9 al Centro e 1,3 al Nord.

Il numero di investimenti infrastrutturali che dovrebbero essere realizzati per contrastare i fenomeni di siccità sono oltre 700, pari a 50 euro per abitante l’anno per un periodo di 4 anni: si tratta di serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti.

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