“Nel 2018 le fonti rinnovabili di energia (FER) hanno confermato il proprio ruolo di rilievo nel panorama energetico italiano, trovando impiego diffuso sia per la produzione di energia elettrica, sia per riscaldamento e raffrescamento, sia come biocarburanti utilizzati nel settore dei Trasporti”. Si legge così nel nuovo rapporto del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), documento annuale sulla diffusione e gli impieghi delle green energy nazionali.
Il GSE aggiorna così i dati ufficiali al 2018, anno in cui la produzione verde italiana ha coperto il 17,8 per cento dei consumi finali, due punti percentuali in più rispetto al 2017 e quattro sopra il 2016. In altre parole, la quota FER continua a crescere in maniera costante ma a ritmi lentissimi, forte però del superamento anticipato dell’obiettivo UE per il 2020, ma molto lontano da quello fissato attualmente per il 2030 (32% a livello europeo) e ancor più da quelli che andranno definendosi sotto la guida della nuova Commissione Ue.
Le rinnovabili sono state impiegate in maniera diffusa sia nel settore elettrico (hanno coperto il 39,5% della produzione lorda di energia), sia in quello termico (19,2%), sia infine nel settore trasporti (7,7%).
Per quanto riguarda il comparto elettrico, gli 835.000 impianti installati in Italia possiedono una capacità cumulata di 54,3 GW e forniscono quasi il 40 per cento della produzione lorda di elettricità. Rispetto al 2017, vi è stato un incremento di potenza di poco superiore a 1 GW, legato principalmente alle nuove installazioni di impianti eolici (più 499 MW) e fotovoltaico su piccola scala (più 425 MW). Ma a far crescere il dato sulla produzione annuale (più 10% complessivo) è stato soprattutto l’idroelettrico la cui generazione ha segnato una netta ripresa rispetto l’anno precedente.
Sul fronte termico, nel 2018 il 19,2 per cento dei consumi energetici nel settore del riscaldamento proveniva da fonti rinnovabili. I consumi complessivi di energia termica da FER sono stati pari a 10,66 Mtep (circa 446.400 TJ) di cui 9,71 Mtep “diretti”, ossia attraverso caldaie individuali, stufe, camini, pannelli solari, pompe di calore, e geotermia a bassa entalpia, e il resto “indiretto”, vale a dire legato al calore derivato (ad esempio attraverso sistemi di teleriscaldamento alimentati da biomasse). Il contributo principale, in termini di fonti impiegate, arriva dalla biomassa solida, seguita a distanza dalle pompe di calore. Irrilevanti i contributi delle altre fonti.
Nel settore trasporti l’immissione in consumo biodiesel e benzine bio nel 2018 è stata pari a 1,4 milioni di tonnellate, per un contenuto energetico di 1,25 Mtep, in grado di coprire appena il 7,7 per cento della domanda energetica del comparto.
Il documento riporta anche i dati regionali sottolineando come la Lombardia sia la regione con la più alta concentrazione di potenza installata di impianti per la produzione elettrica da fonti rinnovabili (15,4 per cento della potenza complessiva a livello nazionale), seguita dalla Puglia (10 per cento) e dal Piemonte (8,7 per cento). La classifica scambia però le posizioni di Piemonte e Puglia se il criterio dominante è l’energia prodotta.