Non solo smog in città, l’inverno anomalo ha mandato la natura in tilt dal nord al sud del Paese con le mimose iniziano a fiorire in Liguria in anticipo di 40 giorni rispetto all’appuntamento della festa della donna, i campi di grano sono a secco in Molise ed i mandorli già sbocciati in Sicilia con il rischio che il ritorno del freddo distrugga i raccolti. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dal meteo estremamente mite con elevate temperature massime e assenza di precipitazioni significative da oltre un mese con le limitazioni alla circolazione in Piemonte, Lazio, Veneto e Lombardia e allerta anche in Emilia Romagna.
Una situazione che smentisce addirittura i proverbi sui giorni della merla (29, 30 e 31 gennaio) in cui secondo la leggenda – riferisce la Coldiretti – negli ultimi giorni di gennaio si registrano le temperature invernali più basse, tanto che perfino la merla, che un tempo aveva il piumaggio bianco, per riscaldarsi andò a ripararsi in un camino e il suo manto divenne grigio per la fuliggine.
Il clima in questi giorni – continua la Coldiretti – è invece quasi primaverile e ha fatto scattare un nuovo allarme inquinamento nelle città mentre nelle campagne si fanno i conti con cicli stagionali sconvolti con la riviera ligure che inizia a colorarsi di giallo dalla fioriture anticipate delle mimose. Nel centro Italia in difficoltà per la carenza di acqua anche i cereali già seminati nei terreni mentre al sud in Sicilia stanno fiorendo a macchia di leopardo le varietà più antiche di mandorlo con un anticipo di addirittura dieci giorni.
Un panorama rappresentativo di quello che sta avvenendo lungo tutta la Penisola dove l’agricoltura è l’attività dove più evidenti sono gli effetti provocati dal meteo pazzo di questo inverno. L’eccezionalità degli eventi atmosferici – evidenzia Coldiretti – è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con la più elevata frequenza di fenomeni estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità.
L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.