Prodotti ricondizionati vantaggiosi per l’ambiente e l’economia circolare

L'azienda italiana ReHappy restituisce nuova vita a smartphone, pc ed elettrodomestici evitando gli sprechi e fornendo un'alternativa allo smaltimento di questi apparecchi

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Si sente sempre più spesso parlare di prodotti ricondizionati o rigenerati a proposito di articoli di elettronica e informatica. Alcuni consumatori mostrano ancora dello scetticismo nei confronti di questi prodotti, considerati erroneamente poco affidabili. Tuttavia, gli apparecchi ricondizionati fanno bene non solo al portafogli di chi li acquista ma anche al pianeta.

I prodotti rigenerati, infatti, riducono l’impatto ambientale: donare a questi device una nuova vita permette di evitare lo smaltimento, dando una forte spinta all’economia circolare. Il quest’ottica nasce il progetto ReHappy, che punta a posizionarsi nel mercato come azienda green al 100% grazie ad iniziative a favore della sostenibilità.

Con il termine “ricondizionati” si indica una particolare categoria di prodotti di elettronica e informatica che non possono essere messi in vendita come nuovi. ReHappy raccoglie pc, monitor, smartphone, tablet ed elettrodomestici che presentano piccole anomalie di fabbrica e li sottopone a un processo di ricondizionamento per poterli rimettere in vendita, garantendone la massima affidabilità. Il tutto a un prezzo nettamente inferiore rispetto al nuovo e nel rispetto dell’ambiente.

“Prodotto ricondizionato e prodotto usato non sono sinonimi – spiega l’azienda – I prodotti usati sono device che sono stati utilizzati a lungo dall’acquirente e vengono rimessi in vendita senza effettuare manutenzione o riparazioni ulteriori, oltre ad una semplice formattazione dei dati. I prodotti ricondizionati, invece, sono equiparabili ai nuovi per performance ed utilizzo: si tratta di oggetti che vengono restituiti al venditore dopo pochissimo tempo dall’acquisto e, come detto, subiscono un processo di revisione e riparazione, prima di essere messi nuovamente in vendita”.

Ad avvalorare la tesi secondo la quale saranno proprio i prodotti ricondizionati a salvare la Terra sono gli studi condotti, tra gli altri, dalla McMaster University: gli smartphone stanno diventando i prodotti più dannosi per l’ambiente, sia per la mole di rifiuti tecnologici prodotti, difficilmente riciclabili, sia per l’impatto delle emissioni necessarie alla produzione e utilizzo di questi oggetti. Attualmente l’85% dei gas serra prodotti dagli smartphone proviene dal loro ciclo di produzione, in particolare da quello che serve a creare le schede madre e i vari chip.

A queste cifre vanno aggiunte le percentuali di riciclo: solo il 16% dei rifiuti tecnologici viene riciclato, mentre i prodotti restanti sono dispersi nell’ambiente. Come se non bastasse i prodotti tecnologici che usiamo quotidianamente sono costruiti con l’utilizzo di materiali rari, come il coltan, materie prime la cui estrazione va ad incidere sulla vita delle popolazioni del sud del mondo, gli abitanti delle aree di estrazione.

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