L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova diversi settori, non ultimo quello della raccolta dei rifiuti, non tanto per le utenze domestiche ma per i rifiuti speciali, che sono triplicati nelle ultime settimane.
“Le aziende attive nella gestione dei rifiuti ospedalieri, per supportare adeguatamente le strutture sanitarie più colpite dall’emergenza COVID-19, hanno triplicato le attività di raccolta e gestione rifiuti presso i nosocomi, aumentando personale e mezzi impegnati nelle operazioni. Il sistema rischia di collassare nel giro di pochi giorni, senza un adeguato supporto e riconoscimento da parte delle Istituzioni”.
Questa la denuncia delle Associazioni FISE Assoambiente (che rappresenta le imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) e FISE UNICIRCULAR (che rappresenta le Imprese dell’Economia Circolare).
“Nell’attuale grave situazione di emergenza epidemiologica dovuta alla diffusione del COVID-19 – spiegano le due associazioni di categoria -, gli oltre 90.000 addetti delle imprese della gestione dei rifiuti stanno continuando a garantire i servizi pubblici ed essenziali di raccolta e gestione dei rifiuti urbani e speciali. Chiediamo alle istituzioni impegnate, come noi, nella lotta al virus di garantirci, in questa fase di emergenza, certezza ed adeguato supporto per gestire al meglio le inevitabili difficoltà operative che si sono determinate”.
L’attuale fase critica sta mettendo a dura prova, soprattutto nelle zone più soggette al contagio, la capacità organizzativa e di resistenza del personale e delle strutture addetti al servizio di gestione rifiuti che, specie nel caso di quelli di origine domestica, commerciale e sanitaria, sono particolarmente stressati ed esposti al rischio.
Assoambiente e Uncircular chiedono al governo “una moratoria riguardo le prossime scadenze degli adempimenti ambientali”, di “consentire alle aziende di effettuare le necessarie scelte organizzative ed operative per sopperire alle carenze del personale” e di “chiarire definitivamente a livello nazionale che la gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse e, pertanto, le limitazioni generali alle attività economiche non si applicano a tale attività”.