Il sole è fonte di vita: senza di esso molte reazioni essenziali per il mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi non potrebbero avvenire. Del sole beneficia anche il corpo umano: il suo diretto collegamento con il benessere, inteso anche (e non solo) come miglioramento del tono dell’umore, è dimostrato e condiviso anche nel linguaggio comune. Di una persona socievole e aperta si dice che ha un carattere “solare”.
Mai come quest’anno sentiamo il bisogno di fuggire dai ricordi del lockdown appena vissuto. Usciamo di casa per stare al sole e presto inizieremo a recarci al mare per buttarci alle spalle gli ultimi mesi. La nostra pelle quindi subirà il maggior impatto dei raggi solari.
La luce proveniente dal sole è composta da diverse radiazioni, ognuna delle quali è caratterizzata da una lunghezza d’onda: alcune di queste sono visibili all’occhio umano (quelle che noi possiamo ricollegare ai colori), mentre altre no (i raggi ultravioletti e gli infrarossi).
Cos’è l’abbronzatura – La radiazione ultravioletta può danneggiare le strutture anatomiche esposte perciò la nostra barriera primaria (la cute) sviluppa degli strumenti di difesa. Assumendo una colorazione più scura, assorbe una porzione più limitata delle frequenze dello spettro luminoso. Ciò che accade è che la stessa radiazione solare stimola i melanociti (cellule presenti negli strati superficiali dell’epidermide) a sintetizzare melanina, il pigmento che colora i capelli, la cute, i peli e gli occhi. Depositandosi nella pelle, è responsabile della colorazione accentuata. L’abbronzatura, quel colore dorato che tanto ci piace, è in realtà uno dei più potenti sistemi di protezione della pelle.
L’esposizione al sole causa due reazioni. La reazione a breve termine è rappresentata dall’eritema solare, evento generato in parte dalla radiazione di tipo UVB ma soprattutto da quella infrarossa, che surriscalda la cute. L’eritema si manifesta a distanza di poche ore dall’esposizione e raggiunge il suo apice entro le 24 ore successive. La pelle si arrossa, compaiono prurito intenso, sensazione di calore, secchezza e desquamazione. Le aree del corpo più colpite sono quelle più esposte: scollatura, spalle, viso, dorso dei piedi.
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Essendo legato all’azione surriscaldante (e quindi anche indiretta) del sole, l’eritema può comparire anche se si staziona sotto l’ombrellone e nei giorni in cui il cielo è nuvoloso. Per la stessa ragione, è possibile prevenirlo rinfrescando frequentemente la pelle con acqua dolce, dopo la giornata al mare effettuare una doccia tiepida e utilizzare una crema molto idratante.
Le reazioni a lungo termine sono legate al fatto che la radiazione ultravioletta del sole (in particolare la UVA) attiva nella cute reazioni chimiche che producono sostanze altamente instabili (i radicali liberi), i quali reagiscono con facilità con molte molecole biologiche. Questo fenomeno accelera i processi di invecchiamento delle cellule ed è la ragione per cui il corretto consumo di antiossidanti attraverso un’alimentazione bilanciata mantiene l’organismo giovane.
A livello cutaneo il sole danneggia il collagene; favorisce la formazione di macchie scure localizzate principalmente alla pelle del volto e delle estremità (discromie cutanee); può provocare l’acne estiva che è una “fotodermatosi” riguardante le parti anatomiche più direttamente colpite dalla radiazione infrarossa del sole (spalle, viso e decolleté).
Come preparare la pelle all’abbronzatura – Per prevenire tutti questi effetti dovuti all’esposizione solare è necessario avere una corretta alimentazione. Una sostanza particolarmente utile è la luteina, famosa per il miglioramento della salute dell’occhio soprattutto per la prevenzione della degenerazione maculare. La luteina è un potente antiossidante della famiglia dei carotenoidi, si trova negli ortaggi a foglia verde scuro quali spinaci, broccoli, lattuga, piselli, crescione, radicchio, prezzemolo, rucola, in vari tipi di frutta, come la papaia, more, lamponi, pesche noci, nel grano, e anche nel tuorlo dell’uovo.
Molte sono le sostanze amiche della nostra pelle in particolare il betacarotene (alimenti che lo contengono: carote, pesche, albicocche, angurie, broccoli, rucola, meloni, pomodori), e i polifenoli (alimenti che li contengono: mirtilli, uva, tè, cacao) sono un esempio delle sostanze più adatte a difenderla dall’aggressione dei raggi solari.
Ricordiamo inoltre che le vitamine A, C, E, il selenio e il coenzima Q 10, importanti antiossidanti, proteggono la pelle dall’invecchiamento cutaneo e dai danni dei raggi UV, e le troviamo in tutti gli alimenti di origine vegetale.
Creme solari: quali scegliere – Anche l’uso dei cosmetici è tra i nostri migliori alleati per proteggere la pelle esposta al sole. L’utilizzo dei filtri solari è un valido sistema di protezione della pelle, sia dagli effetti a breve termine, che da quelli ritardati. La condizione necessaria (benché non sufficiente) per non risentire negativamente dall’esposizione al sole è, tuttavia, quella di impiegarli al meglio: l’applicazione deve avvenire una mezz’ora prima dell’esposizione al sole ed essere rinnovata frequentemente, in particolare dopo i bagni e in caso di abbondante sudorazione.
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Per ottenere una prevenzione efficace, è importante conoscere il proprio fattore di rischio, espresso dal fototipo, parametro che identifica la fragilità individuale all’azione del sole e che dipende dalla quantità di melanina presente nella pelle, nei capelli, nei peli e negli occhi.
La classificazione inizia dal fototipo 1, quello più a rischio che richiede fotoprotezione estrema (pelle e occhi chiari, efelidi, capelli biondi o rossi), al meno pericoloso, il numero 6 (pelle olivastra, occhi e capelli neri), che richiede fotoprotezione bassa. I dermatologi raccomandano, in ogni caso, di esporsi gradualmente i primi giorni e di evitare di farlo fra le 11 e le 16, quando i raggi del sole hanno direzione verticale e quindi incidono sulla pelle con maggiore aggressività.
Quando scegliamo le creme solari, ricordiamo che ogni anno rilasciamo nel mare dalle 4 alle 6mila tonnellate di prodotti cosmetici nelle aree delle barriere coralline tropicali e circa 14mila nei altri mari (anno di riferimento 2017), chiedendo alle alghe e ai coralli un lavoro di pulizia del mare senza precedenti. Per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema marino, prediligendo solari biodegradabili ed ecosostenibili.