Futuro incerto per i mari: l’allarme dell’Agenzia Europea dell’Ambiente

Di fronte alle crescenti minacce poste dall’eccessivo sfruttamento delle risorse marine, dall’inquinamento e dal cambiamento climatico, è necessario intraprendere azioni urgenti

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© Anastasia Taioglou on Unsplash

“Abbiamo ancora una possibilità di ripristinare gli ecosistemi marini se agiamo in modo deciso e coerente e realizziamo un equilibrio sostenibile tra il modo in cui utilizziamo i mari e il nostro impatto sull’ambiente marino”, ha dichiarato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.

Secondo la relazione dell’AEA «Marine Messages II» (Messaggi del mare II), le condizioni attuali dei mari europei sono generalmente problematiche. Si tratta di una brutta notizia per i cittadini, poiché tale situazione ha ripercussioni sulla qualità della vita, sui mezzi di sostentamento e sulle economie. Le condizioni dei mari determinano la loro capacità di fornire, tra l’altro, ossigeno, cibo, un clima abitabile e alcune materie prime, oltre che a sostenere le attività ricreative, il tempo libero e la salute.

L’utilizzo passato e presente dei mari – dal Baltico al Mediterraneo – si sta facendo sentire, con cambiamenti che vanno dalla composizione delle specie e degli habitat marini fino alla composizione fisico-chimica complessiva dei mari. A questi problemi complessi si aggiunge il cambiamento climatico, che peggiora l’impatto delle altre minacce. La relazione dell’AEA afferma che gli effetti combinati di tali cambiamenti potrebbero arrecare danni irreversibili agli ecosistemi marini. Tuttavia, indica anche segnali di ripresa degli ecosistemi marini in alcune aree, a seguito dell’impegno significativo profuso, spesso durante decenni, per ridurre determinati effetti come quelli causati da contaminanti, eutrofizzazione e pesca eccessiva.

“I nostri mari ed ecosistemi marini soffrono a causa di anni di grave sovrasfruttamento e incuria. Potremmo presto raggiungere un punto di non ritorno ma, come conferma la nostra relazione, abbiamo ancora una possibilità di ripristinare gli ecosistemi marini se agiamo in modo deciso e coerente e realizziamo un equilibrio sostenibile tra il modo in cui utilizziamo i mari e il nostro impatto sull’ambiente marino. In questo contesto, la nuova strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2030 e altri elementi del Green Deal europeo rinnovano la speranza di interventi di protezione e ripristino urgenti e coerenti”, afferma Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA.

È improbabile che gli Stati membri dell’UE raggiungano in tutte le loro acque, entro il 2020, l’obiettivo del «buono stato ecologico» enunciato dalla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino dell’UE (MSFD), il principale riferimento normativo dell’UE per la protezione dell’ambiente marino. Tuttavia, da quando la direttiva è in vigore, sono stati compiuti progressi significativi e ottenuti risultati importanti. Queste conclusioni trovano riscontro nella relazione della stessa Commissione europea, che esamina l’attuale stato di attuazione della direttiva. La relazione dell’AEA alimenta l’esame della Commissione e suggerisce soluzioni che possono aiutare l’UE a raggiungere l’obiettivo di mari puliti, sani e produttivi previsto dalla legislazione, principalmente attraverso un approccio di gestione ecosistemico.

Tutti i dati comunicati dagli Stati membri dell’UE alla Commissione sono resi pubblici per la prima volta in un apposito sito web su WISE-Marine,, come pure prodotti basati sui dati e strumenti di visualizzazione che forniscono una panoramica dello stato dell’ambiente marino nell’UE.

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