Le microplastiche sono ovunque, negli oceani, nel suolo, sui ghiacciai artici e persino nella pioggia. Ora un gruppo di ricerca dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) ha scoperto che le microplastiche stanno invadendo anche le coltivazioni agricole.
Lo studio, pubblicata su Nature Sustainability, ha rilevato che sia le particelle più piccole di 50 nanometri sia quelle più grandi di circa 40 volte possono penetrare nelle radici delle piante, che le assorbono proprio attraverso il terreno e l’acqua. Fino ad oggi, scienziati ritenevano che queste microplastiche fossero troppo grandi per passare attraverso le barriere fisiche del tessuto vegetale quindi la presenza di tali particelle all’interno delle piante coltivate non era stata indagata.
La ricerca condotta da Luo Yongming, docente allo Yantai Institute of Coastal Zone Research (YIC), e al Nanjing Institute of Soil Science del CAS, ha invece dimostrato il contrario. Lo studio è partito da un dato di fatto: le acque reflue e i fanghi di depurazione utilizzati per l’irrigazione agricola contengono ingenti quantità di particelle di polistirene e polimetilmetacrilato di dimensioni submicrometriche e micrometriche.
Analizzando particelle sferiche con dimensioni che raggiungono i 2 micrometri, gli scienziati hanno scoperto che sono i “tassi di traspirazione più elevati a migliorare l’assorbimento delle particelle di plastica” da parte dei vegetali.
Come spiega Yongming “le piccole fessure nelle radici emergenti di lattuga (Lactuca sativa) e grano (Triticum aestivum) possono assorbire microplastiche sia dal suolo che dall’acqua. […] Le particelle attraversano quelle fessure ed entrano nei vasi dello xilema […] possono quindi essere trasferite dalle radici alle parti commestibili del raccolto”.
Ma c’è dell’altro. “È anche possibile – afferma Li Lianzhen, autore principale dello studio – che particelle più grandi di quelle che abbiamo studiato possano essere assorbite dalle piante”.
Se così fosse, significherebbe che le microplastiche sono in grado di contaminare tutta la catena alimentare, penetrando nei vegetali e finendo in altri alimenti di uso quotidiano come carne e latticini. La ricerca, lungi dal dare risposte, solleva invece un interrogativo importante, mettendo in dubbio l’effettiva sostenibilità dell’agricoltura, soprattutto di quelle colture cresciute con irrigazione da acque reflue o da fanghi di depurazione, processi che potrebbero aiutare a introdurre le microplastiche nelle cellule dei vegetali.
Allo stesso tempo, sottolinea la necessità di continuare a studiare un fenomeno, quello delle microplastiche, sempre più diffuso ma ancora poco conosciuto e di ridurre drasticamente il consumo di plastica monouso, vera responsabile insieme all’inciviltà di certa gente della crescita di inquinamento da plastica.