La psoriasi è una delle più comuni malattie cutanee: colpisce in media il 3 per cento della popolazione mondiale. In Italia si stima che gli psoriasici siano all’incirca due milioni e 400 mila, di cui 400 mila affetti da una forma moderata o grave. È una malattia multifattoriale: concorrono sia fattori genetici che ambientali, ma di fondo è una malattia infiammatoria: da questo dipendono anche le terapie.
L’estate è un’arma a doppio taglio per chi soffre di psoriasi: se il sale e l’acqua di mare, in alcuni casi, possono migliorare l’aspetto delle lesioni sulla pelle e un clima caldo-umido può mantenere la cute più morbida, gli sbalzi di temperatura, l’aria condizionata e il cloro (per chi fa bagni in piscina) possono scatenare il rilascio, nella cute, di sostanze infiammatorie (l’infiammazione è il fenomeno che sta alla base della malattia) che aumentano secchezza e prurito e si rendono, quindi, responsabili di recidive della malattia.
Se è vero che il sole fa bene alla psoriasi, un’esposizione prolungata e nelle ore più calde della giornata può avere effetti deleteri. Ecco che è assolutamente necessario utilizzare delle protezioni, con un fattore protettivo da 30 in su, da spalmare prima di esporsi ai raggi solari e preferibilmente resistenti all’acqua.
Il sole e il mare tendono a far seccare la pelle. Proprio per questo è consigliato utilizzare dei saponi, delle creme o gel idratanti che ammorbidiscano le pustole e in generale l’epidermide.
Anche nel caso della psoriasi la salute passa dalla tavola. Se, infatti, l’alimentazione non influisce in modo diretto con la patologia, evitando alcuni alimenti è possibile riscontrare dei miglioramenti e ridurre l’infiammazione e il riacutizzarsi della patologia. Bere almeno due litri di acqua al giorno e mangiare abbondante frutta e verdura di stagione, cereali integrali, pesce e legumi. Consumare con moderazione formaggi fusi, panna montata, uova, cibi speziati, grassi e dolci. Ciò potrà avere effetti benefici sulle condizioni di salute generali.
Negli ultimi anni molti studi universitari (in particolare l’università di Sassari e l’università di Cagliari) sono stati effettuati sulle proprietà dell’olio di lentisco sia assoluto e sia in preparati fitocosmetici.
L’olio di lentisco si ottiene dal Lentisco (Pistacia Lentiscus), un arbusto sempreverde tipico del bacino del Mediterraneo, che cresce spontaneo in Sardegna con portamento basso e cespuglioso, foglie dal colore verde scuro, che emana un forte e caratteristico odore. I frutti sono piccole bacche che maturano in autunno, passando dal colore bianco, al rosso, al viola scuro quasi nero a piena maturazione.
Il tronco, se inciso, produce una sostanza resinosa detta mastice (mastice di Chio, dal luogo più famoso in cui veniva prodotta) molto utilizzata ancora oggi soprattutto dalle case farmaceutiche, ma anche come componente di colori per dipinti e chewing gum.
Da fiori, foglie e rametti si estrae invece l’olio essenziale e dalle bacche, una volta giunte a maturazione, si ottiene per spremitura un olio vegetale, conosciuto e utilizzato sin dall’epoca preistorica. Con l’introduzione degli ulivi, l’uso di quest’olio in ambito gastronomico è pian piano diminuito, rimanendo relegato al solo impiego come combustibile per le lampade da illuminazione, per poi scomparire quasi completamente ai giorni nostri.
Recentemente l’olio di lentisco vanta largo interesse in ambito cosmetico e dermatologico; questo grazie alla sua azione lenitiva e idratante che lo rende utile anche nel trattamento di pelli sensibili o irritate, o nei casi di dermatiti e potrebbe essere d’aiuto anche contro la psoriasi.
Questo olio, poco conosciuto, è, e rimane, un’eccellenza italiana in particolare della Sardegna. La regione Sardegna sta finanziando notevoli investimenti atti a riportare l’utilizzo di questa piante alle radici della nostra tradizione popolare. Come spesso accade lo scegliere le vie “moderne” per la risoluzione dei problemi estetici derivanti da una patologia come la psoriasi ci ha portato a ignorare, dimenticare, le nostre tradizioni e cosa ci offre il nostro territorio. Fortunatamente le università di Sassari e di Cagliari hanno pubblicato, negli ultimi cinque anni, risultati di studi in vivo sull’efficacia di quest’olio sulla pelle.
Alcune marche cosmetiche hanno già fabbricato prodotti contenenti olio di lentisco. Tutti i prodotti cosmetici, e ancor meglio fitocosmetici, contenenti olio di lentisco sono indicati per lenire il rossore e prurito associato a manifestazioni della cute non solo come la psoriasi ma anche come la forfora o i ponfi conseguenti le punture di zanzare.
Quest’estate, anche se non soffriamo di queste manifestazioni cutanee, proteggiamo e idratiamo la nostra pelle con prodotti estremamente naturali e italiani in quanto la Sardegna, in rapporto superficie di coltivazione spontanea e resa di olio di lentisco, è il maggior produttore al mondo e con la storia più antica nell’utilizzo di questa pianta.