Italia sempre più verde, aumentano boschi e foreste ma anche gli incendi

Le aree verdi del nostro paese sono cresciute del 2,9% negli ultimi cinque anni ma la mano dell'uomo e i cambiamenti climatici hanno aumentato anche siccità e incendi

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© Skitterphoto on Pexles

Italia sempre più verde: i boschi e le foreste oggi occupano ben 11,4 milioni di ettari, quasi il 40% della superficie nazionale: 9,6 milioni sono foreste, 1,8 milioni altre aree boscate. Negli ultimi 5 anni l’incremento percentuale è del 2,9%, negli ultimi trent’anni del 25% e negli ultimi 80 addirittura del 75%.

Lo conferma l’ultima mappatura nazionale condotta dalle autorità italiane e appena resa pubblica nell’ambito della revisione quinquennale del patrimonio forestale mondiale da parte della Fao (il Global Forest Resources Assessment, FRA 2020 per gli addetti ai lavori). I dati, che hanno registrato l’andamento della superficie boschiva dal 2015 al 2020, sono stati anticipati dal Sole 24 Ore e messi a punto da un gruppo di lavoro formato da Istat, Crea, Carabinieri Forestali e Sisef coordinato dalla Direzione generale Foreste del ministero delle Politiche agricole.

“Le foreste italiane – spiega Pompei – occupano un’area molto grande rispetto al passato quando l’agricoltura veniva praticata anche in zone estreme, come nel periodo dell’autarchia. Difficile indicare una data precisa ma penso che dobbiamo tornare indietro di qualche secolo per trovare una superficie così vasta”, ha dichiarato al Sole 24 Ore Enrico Pompei, responsabile dell’Ufficio politiche forestali nazionali e internazionali del Ministero delle politiche agricole (Mipaaf).

Nell’ultimo quinquennio, le foreste italiane si sono espanse notevolmente guadagnando 270mila ettari, qualcosa come l’intera provincia di Modena (+320mila ettari considerando anche le aree boscate, ecosistemi assimilabili alle foreste come la macchia mediterranea). L’aumento si è registrato in tutte le provincie italiane ad eccezione di Bolzano che da tempo finanzia l’agricoltura di montagna e dunque non ha assistito all’abbandono dei terreni.

Se la crescita delle aree forestali e boschive è una buona notizia, il rovescio della medaglia è rappresentato da fatto che queste aree spesso non vengono gestite in maniera diretta e sono più soggette agli incendi, complici la mano dell’uomo e i cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature al quale abbiamo assistito negli ultimi anni ha generato siccità che hanno portato all’incremento dell’incidenza degli incendi.

Quanto alla biodiversità, boschi e foreste italiane sono molto più ricchi di specie rispetto al resto d’Europa. Il 68% delle foreste italiane sono subtropicali (querceti, pini e le altre specie mediterranee), il 32% temperate (soprattutto faggeti e boschi alpini). La specie più diffusa è il faggio con oltre un milione di ettari, seguono i querceti (anch’essi circa un milione di ettari) e l’abete rosso con quasi mezzo milione di ettari.

Il trend di crescita naturale delle aree verdi è destinato, secondo le previsioni del ministero dell’Ambiente, ad arrestarsi intorno al 2030 per limiti di spazio. Occorre, dunque, creare nuove aree verdi che non siano circoscritte soltanto ai boschi ma che invadano le nostre città per apportare benefici anche ai centri abitati. I progetti, come quelli di Stefano Boeri, non mancano ma occorre un investimento serio per la piantumazione e la cura di nuovi alberi affinché la comunità possa davvero beneficiarne.

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