Bilancio critico per le due Golette di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei laghi, che quest’estate hanno monitorato per più di un mese mesi lo stato di salute del mare e dei laghi italiani. A parlar chiaro sono i dati raccolti dall’associazione ambientalista: 361 i punti totali campionati in 18 regioni e 28 laghi italiani con 1 punto ogni 3 risultato oltre i limiti di legge lungo le coste e 1 su 4 nei laghi. La mala depurazione che resta il principale nemico del mare e delle acque interne.
Le criticità maggiori sono state prevalentemente riscontrate sul versante costiero tirrenico, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate. Con una situazione preoccupante confermata sia in diverse regioni del sud come la Campania, Calabria e Sicilia, dove persistono le criticità diffuse legate all’assenza di impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria, sia nel Centro Italia, in particolare nel Lazio.
La nota positiva la carica degli oltre 300 volontari e volontarie dei circoli territoriali di Legambiente che quest’estate hanno aiutato il team di tecnici dell’associazione ambientalista nelle attività di campionamento e monitoraggio nelle acque e nello scovare e denunciare le criticità che minacciano le acque interne e costiere. Una grande azione di citizen science che quest’anno, più che mai, è stata il cuore delle due campagne che, per via del rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia, non hanno potuto avvalersi del classico itinerario coast-to-coast a bordo dell’imbarcazione.
“Anche quest’anno il viaggio delle due Golette – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ci conferma come in Italia la cattiva depurazione resti una delle principali opere incompiute del nostro Paese, per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma. A pagarne lo scotto sono i cittadini e soprattutto la qualità delle acque del nostro mare e dei nostri laghi, minacciati anche da rifiuti e illegalità ambientali. Per questo oltre a più controlli e migliori strumenti per monitorare i territori, è urgente che vengano adeguati gli impianti e completata la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue”.
Legambiente ricorda che il monitoraggio di Goletta Verde e Goletta dei Laghi non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari e laghi. Il monitoraggio in questione ha preso prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta (200 segnalazioni raccolte). I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” se almeno uno dei due parametri viene superato per più del doppio del valore normativo.
La lotta al marine litter e i dati sui rifiuti galleggianti
Negli ultimi 3 anni di ricerche in mare (dal 2017 al 2019) su 1756 km monitorati, Goletta Verde ha contato 111 rifiuti per ogni km di mare e almeno 1 rifiuto su 3 è usa e getta di plastica, per lo più imballaggi, buste, cassette di polistirolo e bottiglie. La situazione non migliora sulle spiagge: durante le tappe di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, i volontari di Legambiente quest’estate hanno organizzato iniziative di pulizia dopo mesi di stop delle attività, continuando anche il monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge. A destare più preoccupazione è la plastica che costituisce l’83% di rifiuti trovati e, in particolare, l’usa e getta: sulle spiagge italiane almeno il 42% dei rifiuti trovati è plastica monouso, se ne trovano 3 per ogni metro di sabbia.
“Il Covid-19 – dichiara Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente – rischia di rendere meno efficaci i passi avanti fatti proprio per ridurre la plastica usa e getta. Per arginare uno dei più gravi problemi ambientali del Pianeta, il marine litter, e per evitare che ci sia un nuovo boom dei prodotti usa e getta, è fondamentale che il nostro Paese non vanifichi gli sforzi fatti sino ad oggi. Per questo auspichiamo che l’Italia anticipi, prima del luglio 2021, il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita alcune plastiche monouso e che approvi al più presto la legge Salvamare, da mesi ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente in Senato, che permetterebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti accidentalmente pescati nelle reti. Ad oggi, come dimostrano i nostri monitoraggi, la plastica continua ad essere il materiale più trovato lungo le coste, senza contare le migliaia di particelle di microparticelle disperse nelle acque del mare, laghi e fiumi”.