Marte, nuova scoperta: in passato il clima era simile a quello terrestre

Una nuova ricerca dell’Università del Texas è riuscita a determinare la quantità delle precipitazioni che avrebbero formato gli antichi laghi e fiumi di Marte

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© NASA

Il pianeta rosso non smette di affascinare. Tante le missioni che cercano di scandagliare i segreti di Marte in cerca di tracce di vita del passato. Non ultime la missione della Nasa Mars2020, che è in viaggio in direzione del pianeta rosso, e il rover Perseverance che atterrerà nel cratere Jazero.  Proprio quest’ultimo contiene il letto di uno dei laghi aperti analizzati dal nuovo studio dell’Università del Texas, pubblicato su GeoScienceWorld.

La ricerca ha determinato per la prima volta la quantità delle precipitazioni che dovevano essere presenti su Marte nel periodo compreso fra i 3,5 e i 4 miliardi di anni fa ma, nonostante la grande quantità di dati oggi disponibili, l’antico clima di Marte rimane un mistero. Non si riesce, infatti, a determinare la distribuzione delle acque superficiali e delle precipitazione nel passato del pianeta rosso.

“Abbiamo dimostrato che le precipitazioni locali erano spazialmente variabili e coerenti con un clima complesso e planetario – scrivono gli scienziati – Gli indici di aridità dei laghi a bacino aperto indicano che alcune regioni potrebbero essere state umide almeno quanto gli ambienti terrestri semiaridi. I nostri risultati offrono vincoli idroclimatici quantitativi ampiamente distribuiti che possono essere utilizzati per testare scenari di modelli paleoclimatici, lavorando per colmare il divario tra le osservazioni geologiche e la teoria del clima per l’inizio di Marte”.

I geologi affermano che l’esistenza di letti di fiumi e di antichi bacini lacustri indicherebbe che la superficie marziana sia stata battuta da significative precipitazioni o dallo scioglimento della neve. Ma c’è qualcosa che non torna: gli scienziati che si occupano di modelli climatici computerizzati non sono stati in grado di riprodurre un clima passato che veda la presenza di grandi quantità di acqua liquida per un tempo sufficiente a generare la geologia che viene osservata oggi.

Durante il loro studio, gli scienziati del team di ricerca hanno esaminato 96 laghi, sia a bacino aperto che chiuso, che si ipotizza si siano formati fra i 3,5 e i 4 miliardi di anni fa. Hanno misurato le loro aree e volumi per calcolare la quantità di acqua necessaria per riempirli. Hanno così scoperto che le precipitazioni, per riempire i laghi in un singolo episodio, devono essere state comprese tra i 4 e i 159 metri.

Tuttavia non è stato ancora determinato quanto siano durati questi episodi di precipitazione o scioglimento delle neve, potrebbe trattarsi di giorni, anni o migliaia di anni, sarà il passo successivo della ricerca riuscire a determinarlo.

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