Rabbia e dolore. È questo che si prova guardando le immagini della Riserva dello Zingaro distrutta da un vasto incendio che la colpito una delle aree protette più belle e visitate della Sicilia. Si tratta di un vero e proprio disastro ambientale, dopo che la riserva si era salvata da un altro incendio scoppiato nel 2012.
Per il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino, si tratta di un incendio doloso: “La mano criminale ha agito ancora una volta sul nostro territorio che è stato letteralmente assediato dal fuoco”, ha commentato il primo cittadino.
Non solo la Riserva dello Zingaro, ieri è andato in fiamme anche un tratto importante del Sentiero degli Dei in Campania. Il bellissimo percorso di trekking tra montagna e mare è stato chiuso fino a data da destinarsi a causa di incendi che hanno interessato la parte alta di Positano e Praiano.
“Mani criminali, che come tali andrebbero individuate e perseguite, hanno sfregiato il Sentiero degli Dei” ha commentato il sindaco di Agerola, Luca Mascolo, che ha dovuto assumere la sofferta decisione di chiudere il percorso naturalistico.
Quella degli incendi estivi è una piaga che affligge zone sempre più vaste d’Italia. Negli ultimi anni infatti il fenomeno degli incendi nel bacino mediterraneo si è intensificato, con roghi sempre più severi. Quali sono le principali cause di questi incendi? Esiste un legame tra questo fenomeno e quello dei cambiamenti climatici?
A queste domande ha cercato di rispondere Greenpeace con il rapporto “Un Paese che brucia. Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia” realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF).
Il fenomeno dei roghi in Italia
Il patrimonio forestale del nostro Paese, seppur in crescita come superficie totale (soprattutto per il progressivo abbandono delle campagne), è minacciato da incendi sempre più frequenti e severi che negli ultimi anni hanno visto grandi superfici percorse dal fuoco e perdite di vite umane. Negli ultimi quarant’anni, gli incendi boschivi hanno colpito in media 107 mila ettari all’anno e, solo dal 2000 al 2017, nel bacino mediterraneo le aree interessate da incendi sono state 8,5 milioni di ettari, un’area equivalente a circa tre volte e mezzo la Sardegna.
In generale, le principali cause sono:
- il progressivo abbandono di aree agricole e di pascolo;
- la mancanza di gestione del territorio;
- un approccio emergenziale, che si concentra principalmente sulla lotta agli incendi attivi piuttosto che sulla loro prevenzione;
- i cambiamenti climatici, sempre più impattanti.
I cambiamenti climatici e le foreste sono strettamente connessi
I cambiamenti climatici contribuiscono ad aggravare il fenomeno degli incendi. Da un lato, infatti, le foreste trattengono e assorbono carbonio, svolgendo quindi un ruolo determinante nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Dall’altro, l’aumento delle temperature medie annuali, l’alterazione delle precipitazioni e il verificarsi di eventi meteorologici estremi (per forza e frequenza) mettono a rischio funzionalità e salute delle foreste, diminuendone la capacità di fornire servizi ecosistemici, ed esponendole ulteriormente a tempeste, siccità e incendi sempre più frequenti.
“La situazione dei roghi è destinata a peggiorare, con i cambiamenti climatici che causeranno sempre più spesso condizioni meteorologiche estreme che predispongono la vegetazione a bruciare – afferma Greenpeace – In Italia lo stiamo già vedendo chiaramente: da quarant’anni il patrimonio forestale del nostro Paese è gravemente minacciato da incendi sempre più frequenti e severi”.
Prevenzione e controllo degli incendi boschivi
I cambiamenti climatici sono la principale sfida del nostro tempo: eventi meteorologici estremi come tempeste di vento e siccità che facilitano la diffusione degli incendi sono sempre più frequenti e intensi. “In futuro dobbiamo aspettarci un ulteriore aggravarsi del rischio incendi in molte zone d’Europa, così come degli altri eventi estremi – scrive Greenpeace – Per scongiurare la catastrofe climatica dobbiamo agire ora, riducendo e poi azzerando le emissioni di gas serra, a livello nazionale e internazionale. Contestualmente, bisogna puntare su prevenzione e controllo degli incendi: non possiamo continuare ad affrontare il fenomeno con un approccio unicamente emergenziale”.