Dove si butta il tetrapak? La risposta è: dipende dal comune. Chi è attento nel fare una corretta raccolta differenziata, si sarà chiesto almeno una volta dove si buttano i contenitori del latte o dei suchi di frutta. Ebbene, la risposta varia a seconda della zona: nella maggior parte dei comuni, il tetrapak va conferito nella carta, in altri nel multimateriale, in altri ancora nel secco indifferenziato.
Per esempio a Milano e a Roma (e nella maggior parte dei Comuni italiani) si buttano nel bidone della carta, dopo aver avuto cura di sciacquare l’interno della confezione e aver tolto il tappo di plastica. Tuttavia, in altre città, come Firenze per esempio, il Tetra Pak va nella raccolta del multimateriale.
Per capire il perché di tali differenze, occorre sapere cos’è il tetrapak e come è composto. Innanzitutto, precisiamo che Tetra Pak è il nome dell’azienda svedese che produce questo tipo di imballaggi per alimenti, che sono dei poliaccopiati, ovvero prodotti composti da diversi materiali.
Il tetrapak infatti è una confezione di carta realizzata con legno e cellulosa provenienti dalle foreste gestite secondo i criteri di ecosostenibilità ambientale, accoppiata a un sottile stato di alluminio internamente e a uno in polietilene esternamente. Per unire questi prodotti il tetrapak viene lavorato a caldo senza utilizzare collanti chimici.
Il tetrapak è perfetto per il confezionamento e il trasporto degli alimenti liquidi come il latte o le conserve di pomodoro o ancora i succhi di frutta, in quanto conserva perfettamente il cibo senza alterare colore e gusto.
Il riciclo del tetrapak prevede che, una volta arrivato nelle apposite strutture, venga sottoposto a un processo di separazione meccanica dei vari componenti. La carta verrà riciclata mentre la plastica e l’alluminio verranno rigenerati. In definitiva, indipendentemente dal cassonetto in cui viene buttato, il tetrapak verrà sottoposto allo stesso procedimento.
Riciclare questo materiale apporta numerosi vantaggi all’ambiente. I poliaccoppiati a base cellulosica, infatti, rappresentano una fonte importante di materia prima seconda che può essere riutilizzata per produrre nuovi oggetti. Dalla lavorazione e riciclo del tetrapak si ricavano due nuovi materiali: la cartafrutta, cioè una carta colore avana, particolarmente adatta per la produzione di shopper e di cancelleria; e l’ecoallene, materiale plastico e stampabile, usato nell’edilizia e nella bigiotteria.
In Italia ci sono due cartiere, la Lucart a Diecimo (Lucca) e Cartiere Saci a Verona, che si sono specializzate proprio nel riciclo dei poliaccoppiati.
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