La maggior parte degli assicuratori europei ed australiani non fornisce più copertura a nuove miniere o centrali a carbone, ma non può dirsi lo stesso delle principali compagnie statunitensi e asiatiche, come Liberty Mutual, Chubb, Tokio Marine e Sompo, nonché la londinese Lloyd’s, che assicurano ancora pesantemente il settore del carbone. In generale il comparto assicurativo globale non è riuscito a intraprendere iniziative rilevanti su petrolio e gas.
È quanto emerge dall’ultimo report della campagna internazionale Insure our Future – di cui Greenpeace fa parte insieme a Re:Common, che, da questa edizione, valuta anche gli impegni del settore assicurativo nel comparto di petrolio e gas.
Assicurazioni e cambiamenti climatici
“Se vi state chiedendo cosa c’entrino le assicurazioni con i cambiamenti climatici e la giusta transizione, la risposta è semplice – scrive Greenpeace – il comparto assicurativo potrebbe decidere di non assicurare progetti e compagnie che alimentano il riscaldamento globale e, senza la loro copertura assicurativa, queste aziende non potrebbero operare”.
Fra le compagnie valutate c’è anche Assicurazioni Generali, principale gruppo italiano e leader a livello mondiale, che sembra però aver fermato il suo contributo al contrasto all’emergenza climatica in corso.
Se si escludono le recenti decisioni di Generali relative al settore delle sabbie bituminose, gli impegni nel settore del carbone sono rimasti fermi al 2018, e sono insufficienti.
Con il suo ostinato sostegno a PGE, la più importante società energetica polacca – controllata dallo Stato – Generali sta ostacolando la giusta transizione della Polonia verso un futuro all’insegna delle rinnovabili.
Nonostante nel 2019 la produzione energetica di PGE dipendesse dal carbone per il 91%, il Leone di Trieste si ritiene soddisfatto dei progressi di PGE in materia climatica e ambientale.
Se il legame di Generali con il carbone desta ancora molte preoccupazioni, quello con petrolio e gas non è da meno. Di recente, rispondendo al questionario di CDP (ex-Carbon Disclosure Project) in relazione alla propria azione climatica
Generali ha fatto sapere di avere meccanismi interni che permettono, in via eccezionale, di assicurare società petrolifere e del gas.
“Se la compagnia triestina è seria nel suo impegno per contrastare il cambiamento climatico – sollecita Greenpeace – è ora che si doti di una policy pubblica anche su petrolio e gas, come hanno fatto di recente altri assicuratori, tra cui Swiss Re e Aviva”.