Dal 1 gennaio 2021 non sarà più possibile esportare i rifiuti di plastica nei paesi più poveri del mondo. A stabilirlo è l’Unione Europea che lo scorso 22 dicembre ha varato le nuove regole sulla gestione dei rifiuti, che prevede normative più stingenti in merito di riciclo e smaltimento dell’immondizia.
Quanto alle esportazioni verso l’estero, i numeri sono sconcertanti. Fino a oggi, infatti, i Paesi dell’Unione Europea hanno portato oltre i confini più di 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno, principalmente in Turchia e in paesi asiatici come Indonesia e Malesia.
Rifiuti che risultano difficili da riciclare per via della mancanza di impianti idonei. La plastica viene dunque stoccata nelle discariche, riversata nell’ambiente o bruciata, rilasciando sostanze pericolose nelle acque, nell’aria e nel suolo.
I contaminanti chimici possono rimanere a lungo nell’ambiente peggiorano sensibilmente i livelli di inquinamento già elevati di questi Paesi, ed entrare nella catena alimentare mettendo a rischio la salute di milioni di persone.
Con la normativa appena approvata, a partire dal prossimo anno i Paesi UE non potranno più fare affidamento a false soluzioni che sfruttano i paesi più poveri, ma dovranno assumersi la piena responsabilità dei rifiuti prodotti all’interno dei propri confini e adottare misure che portino a una riduzione drastica di imballaggi e plastica monouso e a una gestione dei rifiuti più efficiente.