Roberto Cingolani, chi è il ministro della Transizione ecologica

Responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo, Cingolani è stato direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova

710

Il ministero dell’Ambiente così come lo conoscevamo ha cambiato volto e nome. Da adesso si chiamerà ministero della Transizione ecologica e sarà guidato da Roberto Cingolani. Il fisico milanese, classe 1961, è stato scelto a ricoprire la carica di cui più si è parlato negli ultimi giorni.

Responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo, è stato direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, da lui fondato nel 2005.

Ma chi è Roberto Cingolani?

Nel 1985 si è laureato in Fisica all’Università degli studi di Bari, e quattro anni dopo ha conseguito un diploma di perfezionamento in Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 1992 al 2004 è stato professore all’università del Salento, prima come professore associato di Fisica, poi come professore di Fisica alla facoltà di Ingegneria di Lecce. Nel 2001 nell’università salentina ha creato e diretto il National Nanotechnology Laboratory, diventato eccellenza internazionale per le nanotecnologie.

 Ma è il suo ruolo di direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, ricoperto dal 2005 al 2019, che lo ha consacrato come uno dei profili più importanti del mondo della scienza e dell’innovazione internazionali.

Oggi Draghi lo ha chiamato al difficilissimo compito di guidare il nuovo ministero della transizione ecologica, che coniugherà le competenze del vecchio ministero dell’Ambiente e quelle del Mise, per cercare di traghettare l’Italia verso un futuro green.

A Cingolani va il nostro migliore augurio per questo incarico. Ma una domanda resta: un manager di alto profilo come lui saprà anche occuparsi di ciò di cui si occupava prima il ministero dell’Ambiente? Di coste, mari, habitat, biodiversità, fauna, flora, grandi carnivori? Saprà portare avanti la lotta contro la criminalità organizzata che sta devastando la Terra dei Fuochi?

Ci auguriamo di sì, altrimenti la transizione non sarà verso l’ecologia ma soltanto verso la tecnologia.

Iscriviti alla newsletter