Inserire il PNRR nell’ambito di un più ampio Programma Nazionale di Riforma da disegnare nel quadro dell’Agenda 2030, come previsto anche dal Semestre europeo, e introdurre traguardi qualitativi, obiettivi quantitativi e tempi d’esecuzione. Queste le principali proposte emerse dall’analisi dell’ASviS sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) predisposto dal precedente governo. La mancanza di tali indicazioni rende difficile valutare la concretezza e l’efficacia di molte misure previste, considerando anche che il termine entro cui conseguire gli obiettivi del Piano è fissato al 31 agosto 2026.
È quanto emerge dal Rapporto ASviS “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile”, presentato oggi.
Lo studio dell’ASviS valuta, alla luce dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, tutte le Missioni del PNRR e le relative misure e avanza proposte per contribuire alla revisione del Piano attualmente in corso, per indirizzare tutte le risorse in un’ottica di sviluppo sostenibile. In particolare, l’Alleanza propone di adottare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sia per definire la governance verticale e orizzontale del Piano, sia per monitorarne e verificarne i risultati, in piena conformità anche con quanto previsto dal Semestre europeo.
Adottando questo approccio emergono alcune criticità: la mancanza di un’indicazione più dettagliata sulle priorità delle riforme necessarie e di un richiamo sistematico alle raccomandazioni del Semestre europeo 2019 e 2020; l’assenza di un allineamento ai nuovi target climatici europei; il mancato approfondimento di obiettivi fondamentali come la giusta transizione, il piano Garanzia Giovani, l’Agenda europea delle competenze.
Si sottolinea inoltre l’assenza di temi fondamentali come la perdita di biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’inquinamento, benché il Piano, come previsto dal regolamento europeo, dovrebbe destinare almeno il 37% dei fondi alla transizione verde e per il 100% dei fondi si deve rispettare il principio di non nuocere in modo significativo all’ambiente. Manca inoltre una valutazione complessiva dei risultati attesi in termini di sostenibilità e impatto duraturo nel tempo delle scelte del PNRR, di coesione sociale e riduzione delle disuguaglianze.
“Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 rappresentano un quadro di riferimento fondamentale affinché il PNRR risulti sistemico e coerente, in linea con il nuovo corso delle politiche europee e, in particolare, del Next Generation EU. È importante che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi di lungo periodo, come chiede la Commissione europea”, sottolinea il Presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini. “Chiediamo che all’integrazione del PNRR partecipi la società civile, come richiesto dalle linee guida della Commissione”, aggiunge Stefanini. “L’ASviS e le oltre 290 organizzazioni aderenti sono disponibili a contribuire al dibattito e sottolineano la necessità di adottare una visione integrata del futuro”.
“Serve una transizione ecologica ma anche una transizione burocratica: servono regole per operare in modo efficace ed efficiente. Se abbiamo idee fantastiche ma non gli strumenti che ci consentono di realizzarle, tutto può essere vano”, ha affermato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
“Dobbiamo pensare al nostro futuro come Paese – ha aggiunto – e inquadrarlo in una strategia per tutto il pianeta. Siamo in una dimensione glocal, nella quale dobbiamo andare da un punto A, locale, a un punto B, globale. La vera difficoltà è stabilire il percorso da A a B e questo dipende dal livello attuale in cui ci troviamo, ovvero la crisi Covid, che è anche economica. Questo richiede una logica sostenibile in modo indolore. Le scelte che facciamo oggi cambieranno il futuro delle giovani generazioni non di domani, ma già di oggi”.
L’analisi dell’ASviS ripartisce i punti salienti del PNRR nei sei pilastri del regolamento UE e delle relative Linee guida della Commissione europea: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione. Questo per permettere al lettore di comprendere come potrebbero essere riorganizzati gli interventi nella riscrittura del PNRR.
Oltre che il PNRR, grazie al contributo degli 800 esperti delle organizzazioni aderenti, l’ASviS ha esaminato anche la Legge di Bilancio 2021, comma per comma, valutandone la coerenza rispetto ai 169 Target e ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030.