Sono giorni in cui parlare di turismo è diventato veramente complicato. Se nei primi mesi dell’emergenza sanitaria c’è stato un grande fermento e una gran voglia di riprendersi il tempo, la natura e la vita, a distanza di un anno il persistere della condizione emergenziale ci ha portati a provare una maggiore sfiducia nei confronti del domani e la speranza è diventata una fiammella tanto preziosa che spesso si sta meglio fingendo di non vederla, aspettando in un mutismo agnostico che tutto passi.
Oggi si spera nel vaccino e in una risoluzione un po’ più “rapida” che nel giro di qualche mese possa farci uscire dalle sensazioni ed emozioni legate ad un’Italia dalle regioni a colori, all’attesa del venerdì per scoprire il destino settimanale e alla lettura di ciò che si può e, soprattutto, ciò che non si può fare sul territorio.
Se possibile, questa seconda fase dell’epidemia, dopo la pausa estiva, è stata di gran lunga più difficile a livello emotivo, costretti a coniugare i doveri del lavoro e dell’esistenza con le limitazioni imposte dai diversi DPCM. Tuttavia, l’esperienza degli altri Paesi può indurre in noi un certo senso di fiducia: il buio potrebbe sfumare man mano verso la luce, giorno dopo giorno. E torneranno i viaggi, le vacanze, la libertà, la vita vera.
Già l’anno scorso una gran percentuale di turisti ha rivolto la propria attenzione verso un turismo sostenibile e soprattutto en plein air e sembra che anche quest’anno il turismo outdoor possa essere la soluzione ottimale nella scelta della meta e della modalità di viaggio.
Per quali motivi?
In primo luogo, il turismo dei cammini, delle escursioni e del cicloturismo era un settore già in crescita nel 2019, quando il virus non tormentava ancora le nostre giornate. Il contatto della natura e il desiderio di una vacanza rinvigorente e salutare aveva spinto moltissimi Italiani e non a scegliere questo nuovo modo di viaggiare e di godersi il territorio.
D’altra parte gli spostamenti all’aria aperta, nell’estate passata, è stata una buona opzione in quanto veniva offerta una maggiore sicurezza; il turismo outdoor garantisce un certo “isolamento”, portando ad evitare gli assembramenti e le situazioni di “pericolo” relative all’epidemia.
E, soprattutto, viaggiare all’aria aperta offre sicuramente una grande possibilità di ristabilire il proprio equilibrio, a maggior ragione dopo la difficile condizione di isolamento forzato, sia esso legato all’impossibilità di muoversi delle zone colorate o, più in generale, all’impossibilità di condividere lo spazio e il tempo con familiari e amici.
Le previsioni sul comparto nazionale della quinta edizione dell’Osservatorio del Turismo Outdoor di Human Company, realizzato in collaborazione con THRENDS, società specializzata in analisi e strategie del settore Tourism & Hospitality, ha valutato che nella prossima stagione estiva i turisti che sceglieranno una vacanza all’aria aperta saranno tra i 45 e i 49 milioni. Il 55% della cifra stimata dovrebbe esser costituito da cittadini italiani.
Si punta tutto sui mesi di agosto e settembre quando, complice la campagna vaccinale che dovrebbe aver a quella data segnato risultati soddisfacenti, se non ottimali, la fiducia negli spostamenti e la sicurezza dovrebbero portare a registrare un gran numero di presenze.
E la vacanza all’aria aperta dovrebbe essere la scelta dei più, se è vero che il 75% degli italiani sarebbe a favore di una scelta legata al turismo sostenibile, come è emerso da una ricerca dell’Istituto Piepoli.
Se le previsioni si rivelassero veritiere, si potrà affermare che il turismo en plein air rappresenterà il trend turistico dell’estate 2021.
I giorni si stanno facendo più caldi e il desiderio di tranquillità e spensieratezza, anche se un po’ nascosto nelle pieghe dell’incertezza e della disillusione, si sta facendo largo tra i nostri pensieri. Forse è un po’ presto per dirlo, ma l’estate della rinascita e del nuovo domani potrebbe essere alle porte. Si può iniziare a pregustare una vacanza in pieno relax, con la mente un po’ più lontana dalle difficoltà di questo lungo inverno.