La Gran Bretagna fa passi da gigante nel settore delle rinnovabili. Non solo l’energia utilizzata arriva per la maggior parte da fonti rinnovabili, ma si continua a investire in nuove tecnologie per rendere la transizione energetica più veloce ed efficace possibile.
La nuova sfida è sfruttare al meglio la produzione di energia dal mare e, a tal proposito, la britannica TechnipFMC ha unito forze e know how con l’australiana Bombara per progettare un innovativo impianto marino flottante. Uno sforzo congiunto che si traduce nel progetto InSPIRE.
L’iniziativa punta a portare il costo livellato dell’energia dal mare sotto i 50 MWh entro il 2030. Come? Le società stanno implementando una speciale piattaforma galleggiante che ospiti nella parte superiore una tradizionale turbina eolica offshore e, nella porzione semi-sommersa, le mWave di Bombora, unità in grado di produrre elettricità dal moto ondoso.
Nello specifico, le mWave presentano una serie di celle concave ricoperte da una membrana di gomma gonfiata ad aria. Quando le onde vi passano sopra, l’aria viene spinta fuori da ogni cella attraverso una serie di valvole in un condotto unidirezionale, per poi rigonfiarsi naturalmente. Il flusso d’aria aziona una turbina che a sua volta mette in moto un generatore a velocità variabile.
Bombara non è nuova a questo tipo di soluzioni. L’azienda, infatti, sta già testando le sue piccole centrali modulari in un progetto sperimentale da 1,5 MW a largo della costa del Pembrokeshire, nel Galles.
Fin dalle sue prime fasi di sviluppo, la tecnologia è apparsa come il perfetto completamento delle turbine eoliche galleggianti. In questo modo si produce energia dal mare sfruttando contemporaneamente due fonti differenti ma impiegando lo stesso cavo sottomarino per trasferire l’elettricità a terra. Una soluzione che appare efficiente, oltre che più economica rispetto ad altre che sfruttano soltanto un tipo di energia.
“L’emergente mercato eolico offshore flottante sta per salpare e dovrebbe contribuire con 400 GW di energia rinnovabile a livello globale entro il 2050”, si legge sul sito del progetto. “Fino ad ora, gli sforzi per ridurre il costo livellato dell’energia (LCOE) del eolico galleggiante si sono concentrati principalmente sull’aumento dei diametri dei rotori delle turbine. InSPIRE risponde alla sfida dell’LCOE con una nuova soluzione. Un’innovazione competitiva in termini di costi che può fornire più energia rinnovabile a un costo inferiore per facilitare un viaggio più veloce verso le zero emissioni e prospera blue economy”.
In una prima fase dimostrativa il progetto dovrebbe prima testare un impianto da 6 MW, di cui 2 MW da moto ondoso e 4 MW eolici. Seguiranno quindi le piattaforme commerciali in grado di fornire 12 MW e poi 18 MW di potenza.