Sviluppo Sostenibile: il ruolo sociale dell’impresa

Per promuovere e diffondere un’economia globale per uno sviluppo equo, sostenibile e sorretto da principi e valori etici è necessaria una co-progettazione e collaborazione di tutti gli attori sociali, civili e istituzionali.

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In Italia si attende l’entrata nella Costituzione del principio della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile; ciò rafforzerebbe la produzione normativa, sia esistente sia successiva, che dovrebbe rifarsi al dettato costituzionale e obbligherebbe il legislatore a non poter più prescindere dalla sostenibilità.

Per promuovere e diffondere un’economia globale per uno sviluppo equo, sostenibile e sorretto da principi e valori etici è necessaria una co-progettazione e collaborazione di tutti gli attori sociali, civili e istituzionali. Una delle principali sfide odierne è quella di favorire nelle imprese una consapevolezza maggiore rispetto all’impatto che la propria attività economica genera in termini di sostenibilità socio-ambientale. Occorre adottare nuovi modelli di business sostenibili; oggigiorno molte imprese mostrano confini meno definiti rispetto a una impresa tradizionale, orientata alla generazione di profitto per gli azionisti e che guarda solo al profitto; alcune sono caratterizzate da un management più ibrido poiché tra le loro mission includono sia aspetti sociali per generare un impatto sociale per le comunità, i territori locali, i territori rurali e sia aspetti ambientali su come l’impresa possa essere una fonte di generazione di impatto positivo ambientale e quindi una risorsa per combattere il cambiamento climatico, l’inquinamento, o di come possa uscir fuori da una modalità di fare impresa “estrattiva” per orientarsi ad una modalità “generativa” di valore condiviso.

Ecco che l’impresa, nel suo ecosistema e nei rapporti con istituzioni e governi, assume un ruolo primario ma anche “sociale” poiché riesce a rispondere a bisogni primari e a volte latenti e non soddisfatti dall’azione pubblica. In tale direzione, l’impresa diventa sussidiaria allo Stato, ponendosi al suo fianco nella soluzione a problemi e bisogni dei cittadini.

In questo periodo storico vi è la consapevolezza della necessità di riconciliare il mondo economico e sociale con l’ambiente, con il suo ecosistema. Per decenni le imprese hanno agito seguendo l’idea del capitalismo ispirata dall’economista Milton Friedman, secondo cui la finalità ultima di un’impresa è creare valore per i soci. Oggi, però, lo scenario che si presenta richiede alcune riflessioni su come si possano affrontare problematiche quali le crescenti disuguaglianze, i crescenti rischi ambientali e le difficoltà dei Governi di perseguire adeguate politiche di welfare. La svolta per un capitalismo etico passa dal Green new deal, dal Next Generation EU, dal PNRR ma soprattutto dalla diffusione di nuovi modi di fare impresa, consentendo così alle aziende di assumersi un ruolo sociale di responsabilità.

È necessario, oggi più che mai, ripensare ai nostri comportamenti abituali nella vita quotidiana affinché prevalgano comportamenti virtuosi, sia nei confronti di noi stessi e degli altri sia nei confronti dell’ambiente. Ognuno diventa parte attiva di un nuovo processo volto a raggiungere uno sviluppo più sostenibile sia economico, sia sociale e ambientale. In primis, sono necessarie da subito azioni politiche attuative di sostegno all’impresa a livello di domanda e di consumi, per innescare un percorso circolare virtuoso. Ma sono, altresì, necessarie azioni politiche attuative per incentivare le imprese ad adottare nuovi modelli di business con un approccio alla sostenibilità e alla responsabilità sociale nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con gli stakeholder.

È necessario dare valenza giuridica allo sviluppo sostenibile inserendolo definitivamente come principio nella nostra Costituzione così come già previsto in una proposta di Legge n. 240 del 23 marzo 2018; e ancora rendere vincolante per tutte le imprese l’impegno a integrare nelle  proprie strategie economiche alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile, i cd. SDGs previsti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 dandone poi rilevanza mediante la redazione di un bilancio sociale.

In Italia sono state introdotte due prime “timide” iniziative in tal senso: il D.lgs. 30 dicembre 2016 sull’Informazione Non Finanziaria e la Legge 208/2015 con l’ammissibilità della qualifica giuridica della Società Benefit

L’adozione della Direttiva UE 95/2014 con il D.lgs. 30 dicembre 2016 sull’Informazione Non Finanziaria prevede l’obbligo per le società quotate, banche e assicurazioni di allegare al bilancio una relazione che contenga informazioni relative al modo in cui l’impresa opera con riguardo ai temi ambientali, sociali, attinenti al personale, relativi al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva.

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Nell’ordinamento italiano è stato riconosciuto un ruolo d’avanguardia alle imprese che scelgono di impattare positivamente in modo intenzionale e consapevole. Infatti, nel 2016 con la legge 208/2015 è stata introdotta la qualifica giuridica di società benefit, che rappresenta una realtà imprenditoriale profit che coniuga lo scopo di lucro con l’ulteriore fine di migliorare il contesto ambientale e sociale in cui opera mediante una previsione statutaria. Con tale normativa si attribuisce legittimità a questo nuovo modo fare impresa e innovatività all’impresa che per la prima volta può impegnarsi a misurare gli impatti che la sua attività genera per il territorio e la collettività.

Sicuramente la società benefit rappresenta, oggi, uno dei validi strumenti giuridici affinché si possa coniugare quella riconciliazione tra mondo economico, sociale e ambientale da cui bisogna ripartire dopo questa emergenza sanitaria. La società benefit ha nel proprio DNA quella determinazione e abnegazione del voler prendersi cura del bene comune, fondamentale oggi per superare la crisi post Covid-19 e prevenire le eventuali future crisi se non si provvede fin da subito con azioni concrete. La responsabilità sociale d’impresa è la leva vincente per superare le crisi. È evidente oggigiorno come l’economia, sganciata dai valori umani, porti l’intero sistema sociale alla catastrofe e che occorra operare per il benessere comune coniugando l’etica e la sostenibilità al profitto.

Altro importante segnale è arrivato con il nuovo Codice di Corporate Governance per le società quotate, approvato nel gennaio 2020 dal Comitato per la Corporate Governance, secondo cui il ruolo dell’organo amministrativo della società quotata è quello di «guida[re] la società perseguendone il successo sostenibile». Il successo sostenibile «si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società».

A livello europeo, invece, nell’ aprile 2021 la Commissione Europea ha adottato una serie di misure in tema di finanza sostenibile tra le quali la bozza di Direttiva “CSRD” (Corporate Sustainability Reporting Directive) relativa alla rendicontazione di sostenibilità delle imprese. La CSRD amplia i destinatari soggetti all’obbligo di rendicontazione, estendendolo a tutte le società di grandi dimensioni (siano esse quotate o meno) e, a partire dal 1° gennaio 2026, a tutte le PMI quotate, escluse le microimprese. Inoltre, i destinatari di tale obbligo dovranno rendicontare pubblicamente gli “impatti dell’impresa sulle questioni di sostenibilità”, ovvero con riferimento ai profili ambientali, sociali e di governance.

La pandemia ha sicuramente riacceso il dibattito sulla necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile che sia spinto, non solo dagli attivisti, ma anche a livello di istituzioni politiche e policy makers.

La gravità socio-ambientale globale della situazione attuale aggravata dalla pandemia esige, dunque, una presa di coscienza e di consapevolezza da parte di tutti, sia Governi, istituzioni e imprese sia singoli cittadini e società civile. Solo con la consapevolezza di una condivisione e di una collaborazione alla proattività sarà possibile diventare dei changemakers per creare tutti insieme una nuova economia.

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