Il termine agrumi deriva dal latino “agrumen” (dal sapore agro). Il sapore peculiare di arance, mandarini, clementini, limoni, pompelmo è noto ai più, sicuramente in misura maggiore rispetto alle straordinarie proprietà salutari.
In Basilicata la coltivazione degli agrumi è avvenuta ad opera degli Arabi ed era inizialmente localizzata lungo i fiumi Agri e Sinni, grazie alla disponibilità di acqua. La diffusione è stata possibile in quanto gli agricoltori lucani hanno moltiplicato molti ecotipi locali principalmente sulla costa ionica, caratterizzata da un particolare clima mite e da terreni molto fertili.
Appartenenti alla famiglia delle Rutaceae, sottofamiglia Aurantioideae, genere Citrus, gli agrumi rappresentano una fonte molto importante di fitonutrienti o molecole bioattive. L’importanza nutrizionale degli agrumi era già conosciuta alla fine del XVIII secolo, quando sulle navi venivano imbarcate grandi quantità dei frutti per prevenire lo scorbuto, patologia causata da carenza di acido ascorbico (vitamina C).
Si tratta di una vitamina idrosolubile, che non può essere sintetizzata o accumulata nell’organismo, ma deve essere regolarmente assunta attraverso l’alimentazione. La quantità giornaliera raccomandata di vitamina C per un soggetto adulto è di 100 mg al giorno nei maschi e di circa 80 mg nelle donne, mentre per la gestante e la nutrice la razione raccomandata sale rispettivamente a 100 mg al giorno e a 130 mg al giorno. Oltre a sciogliersi nell’acqua, la vitamina C e sensibile alle alte temperature, per cui si perde del tutto in caso di cottura in acqua. Dunque le fonti principali di vitaminica C, oltre agli agrumi, sono vegetali (frutta e verdura) freschi quali: kiwi, fragole e frutti rossi, peperoni, pomodori, broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles, spinaci ecc…
La vitamina C è essenziale per la salute umana in quanto contribuisce alla neutralizzazione di radicali liberi dell’ossigeno responsabili dello stress ossidativo, una forma di stress chimico responsabile di danni alle cellule dell’organismo e, di conseguenza, di molte patologie umane e del processo fisiologico dell’invecchiamento. La vitamina C migliora, inoltre, l’assorbimento intestinale e quindi la biodisponibilità del ferro di tipo non-eme, contenuto nei vegetali. Proprietà di tipo antiossidante, ipocolesterolemizzante, antivirale, e anticancerogena sono state altresì attribuite ad altre fitomolecole molto abbondanti negli agrumi, note come terpenoidi, responsabili della strategia difensiva delle piante.
I carotenoidi, i quali forniscono il colore arancione-rosso alla frutta e alla verdura, sono potenti antiossidanti aventi effetti terapeutici in diverse patologie tra cui le malattie cardiovascolari e l’osteoporosi, ma agiscono anche contro l’infiammazione e il cancro.
Un’altra classe di molecole bioattive di cui gli agrumi sono ricchi è rappresentata dai polifenoli, in particolare i flavonoidi e le antocianine. Gli effetti dei flavonoidi includono principalmente le attività antitrombotica, antischemica, antiossidante e vasorilassante, nonché antinfiammatoria. Le antocianine sono pigmenti non solo dotati di capacità antiossidanti, ma anche in grado di influenzare l’espressione di proteine coinvolti nella regolazione di processi infiammatori e correlati alla progressione tumorale.
Al suo comprovato potere antiossidante è strettamente legato l’azione antinfiammatoria e immunostimolante, in quanto coinvolta in processi fondamentali per la difesa da agenti patogeni esterni. Non a caso, nel contesto della pandemia da COVID-19 che stiamo vivendo, la vitamina C è stata spesso “invocata” per i suoi scopi preventivi o addirittura curativi della polmonite da SARS-CoV-2. Ad oggi non esistono evidenze scientifiche robuste a favore della supplementazione di vitamina C come prevenzione e terapia per il COVID-19.
È invece noto, in quanto supportato da vari e autorevoli studi scientifici, che l’evoluzione della patologia è legata all’iperinfiammazione e al distress respiratorio nei pazienti affetti; in altre parole le complicanze più gravi del COVID-19 sono dovute ad una tempesta di citochine, ossia molecole che si esplicano il ruolo di segnali di comunicazione tra le cellule del sistema immunitario, ad azione pro-infiammatoria.
Un’alimentazione sana, bilanciata e varia, ricca di alimenti aventi le proprietà descritte per la vitamina C, può, in generale, contribuire ad abbassare significativamente i markers infiammatori e ad assicurare all’organismo composti bioattivi aventi proprietà anti-infiammatorie ed immunostimolanti. Non tanto il singolo alimento, quanto le combinazioni tra i vari alimenti (pattern nutrizionali) che introduciamo nel nostro organismo, sono in grado di stimolare vie metaboliche e funzioni specifiche all’interno dello stesso.
Evidenze scientifiche suggeriscono che, in particolare, frutta, vegetali e legumi contengono elevate quantità di molecole health-promoting, essendo un serbatoio incredibile di molecole funzionali, oltre che di vitamine e sali minerali.
In tale contesto e alla luce di tali evidenze appare chiara l’importanza di assumere quantità adeguate di vitamina C giornalmente, soprattutto in questo periodo dell’anno e in virtù dell’emergenza sanitaria in corso, dal momento che il loro consumo ne rispetta la stagionalità, aspetto che potenzia i benefici descritti.