Nelle aree urbane, l’espansione insediativa e le trasformazioni del paesaggio sono intimamente associate, coinvolgendo molteplici ambiti: ecologia, pianificazione territoriale, questioni economiche ed aspetti sociali. L’urbanizzazione contemporanea, specie nelle economie avanzate, si è progressivamente discostata dai tipici modelli di città ideale in cui densità di popolazione, strutture insediative ed attività economiche si contraggono via via che ci si allontana dal centro della città.
La parola “sprawl” è stata proposta come definizione esaustiva di questa evoluzione. Questo modello di sviluppo urbano, consistente in forme insediative a bassa densità sparse su matrici naturali o agricole, si traduce in morfologie spazialmente articolate che implicano elevati tassi di consumo di suolo.
Oggi, l’eccezionale diffusione di statistiche ufficiali e di database geospaziali facilita lo sviluppo di analisi paesaggistiche più sofisticate avvalendosi di indicatori pro-capite di uso del suolo computati su segmenti temporali lunghi. Gli indicatori pro-capite del cambiamento di uso del suolo rappresentano uno strumento idoneo per verificare ipotesi sul rapporto tra cicli urbani e trasformazioni del paesaggio nelle diverse ondate di espansione urbana che caratterizzano le città.
Questo lavoro fornisce un’analisi di lungo termine dei cambiamenti di copertura del suolo pro-capite di una tipica regione metropolitana dell’Europa meridionale. Il lavoro mette in evidenza la modalità prevalente di espansione urbana della città di Roma considerando sia le sue peculiarità socio-economiche (che si riflettono nelle fasi sequenziali del ciclo di vita della città) che i cambiamenti morfologici (sviluppo urbano compatto vs. disperso). L’area metropolitana di Roma presenta i connotati morfologici di una tipica città semi-compatta e densa dell’Europa meridionale che ha vissuto differenti ondate di espansione insediativa e rappresenta un esempio paradigmatico delle trasformazioni delle città mediterranee.
I risultati dello studio indicano una crescente discrasia tra l’espansione degli insediamenti e l’andamento della popolazione che viene evidenziata facilmente attraverso il calcolo del rapporto tra i due tassi di crescita (Fig. 1). Questo rapporto va da un valore di appena 1,5 per il periodo post-bellico 1949-1974 fino al picco considerevole di 188 nel periodo 1974-1999, per poi abbassarsi a 6 e 3,5 nei due periodi successivi (rispettivamente 1999-2008 e 2008-2016).
Questa modalità di crescita reca in sé le stimmate dell’insostenibilità con conseguenze ecologico-economiche rilevanti come la frammentazione del paesaggio e un anomalo consumo delle risorse del suolo. Dinnanzi a questi fenomeni è sempre più urgente che la pianificazione territoriale preveda azioni concrete per contenere gli effetti della crescita urbana sparsa ed irregolare sulla capacità degli ecosistemi urbani ed agricoli di erogare beni e servizi nelle aree metropolitane.
Per maggiori informazioni: Bianchini L, Egidi G, Alhuseen A, Sateriano A, Cividino S, Clemente M, Imbrenda V. Toward a Dualistic Growth? Population Increase and Land-Use Change in Rome, Italy. Land. 2021; 10(7):749. https://doi.org/10.3390/land10070749