Una banca dati che quantifica l’impatto dell’uomo sulla Terra

Si chiama Human Impact Database e contiene tutti i numeri che riguardano le attività umane e il loro impatto sull'ambiente. Lo scopo è promuovere l'alfabetizzazione collettiva rispetto a questi temi urgenti. Il team di ricercatori californiani ha progettato il database in modo da renderlo consultabile da tutti, esperti e comuni cittadini.

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© AlphaTradeZone on Pexels

La crisi climatica in atto ci ricorda, ogni giorno, quanto sia vitale gestire sostenibilmente il consumo di energia e delle risorse in favore del risparmio. Per quanto possa essere un tema in grado di sensibilizzare più o meno tutti, quello dei cambiamenti climatici è un argomento talmente vasto e complesso che spesso si cade nella banale ripetizione dell’importanza di salvaguardare il nostro pianeta senza avere contezza di quanto, quantitativamente, le nostre esperienze di vita incidano sulla salute del mondo in cui viviamo. Siamo abituati ormai a sentir parlare di “eventi climatici estremi causati dall’uomo”, ma la nostra percezione, a volte ideologica di essi, quanto si allontana da ciò che osserviamo quotidianamente attraverso le ondate di siccità e calore oppure con le tempeste di vento e nubifragi? Defendit numerus, ossia “nei numeri è la sicurezza” e lo Human Impacts Database potrebbe aiutarci nella razionalizzazione e comprensione di quanto sta accadendo al pianeta.

Cosa si intende per Human Impacts Database e come nasce

Per Human Impacts Database s’intende una banca dati in grado di quantificare in modo rapido e affidabile l’influenza delle azioni umane sul pianeta tramite 5 categorie principali: acqua, energia, flora e fauna, cicli atmosferici e biogeochimici e terra, articolabili a loro volta in altre 20 sottocategorie tra le quali rientrano l’agricoltura e la deforestazione. Per accedere al sito occorre digitare http://www.anthroponumbers.org/catalog/ e la schermata web risultante offrirà due modalità di operazione: se si necessita effettuare una ricerca specifica sarà sufficiente scrivere una parola chiave oppure si potrà semplicemente cliccare su una delle categorie o sottocategorie fruibili sulla pagina. Entrando nella prima categoria, “Water”, ci troveremo di fronte ad un elenco di: quantità – valore – HuID (acronimo del database) – fonte e selezionando, a titolo esemplificativo, la voce “Global water volume used for irrigation” si potranno consultare diversi dati, tra i quali il grafico del trend attinente al volume di acqua usato per l’irrigazione relativamente al periodo 1980-2016: si osserva direttamente come questo abbia subito un netto aumento nel tempo.

Ogni voce è allora associata ad un valore quantitativo o, quando disponibili, ad una serie di valori numerici riferiti ad un arco temporale determinato con esattezza, al fine di analizzare i cambiamenti verificatisi negli anni. Ogni parametro è legato oltre che alla fonte primaria ai metodi di misurazione e/o stima, ai diversi collegamenti e all’identificatore permanente in questione, cioè lo Human Impacts Database (HuID). Le informazioni contenute sono davvero tante, infatti come suggerisce la schermata iniziale si tratta di “una raccolta di 307 numeri utili per quantificare gli impatti della presenza umana sulla Terra” e spaziano dalla concentrazione di CO2 atmosferica preindustriale alla resa in produzione del latte vaccino: straordinario!

In molti casi, grafici e fotografie concorrono ad illustrare in modo più intuitivo gli elementi numerici presentati dal database. Concretamente, chiunque può in tal modo avere nozioni aggiuntive su tutto quanto concerne l’attività dell’uomo e di come essa influisce irrimediabilmente sulla salute della Terra.

Il progetto ha un’impronta globale piuttosto che locale e, attraverso l’utilizzo di documenti scientifici, rapporti governativi e intergovernativi, si impone di determinare come questi dati generali si allineino tra loro in modo significativo. In presenza di fonti numerose, gli scienziati riportano più di un valore per numero per poter ottenere una considerevole certezza dello stesso, aumentandone quindi la significatività.

Il portale è stato ideato da un gruppo di scienziati della California presso l’Università di Stanford; a capo dell’équipe vi sono Rob Phillips, Fred e Nancy Morris, docenti di Biofisica, Biologia e Fisica congiuntamente a Griffin Chure e Rachel Banks (PhD students).

“Ad esempio, un amico mi ha scritto chiedendomi come confrontare l’impatto del bestiame da latte con il bestiame da carne.”, sostiene il dottor Chure, “Possiamo usare il nostro database per capire che, in termini di fabbisogno di terra, emissioni di gas serra e uso dell’acqua, i bovini da carne hanno un impatto maggiore di un fattore di cinque o più per caloria. Speriamo davvero che questa banca dati sia utile sia per i cittadini comuni che cercano di prendere decisioni sia per coloro che pensano alla politica. Considero l’essere alfabetizzato con i numeri come un prerequisito per essere informato, che tu sia un cittadino o uno scienziato”.

Grafico del Consumo globale di acqua usato per l’irrigazione– Fonte del HuID.

Finalità del database

Il team sottolinea che il database non è completo o esaustivo e che è in programma il continuo aggiornamento dei numeri per le diverse categorie esaminate. Lo scopo del portale è quello di garantire a tutti, cittadini e scienziati, l’acquisizione di numeri semplici sugli impatti umani affinché si possa sviluppare, fattivamente, un’idea realistica di come ogni singola attività ha ripercussioni sul mondo e sull’ambiente; la finalità ultima è quella di rendere tutti consapevoli di come le nostre scelte possano essere praticamente decisive.

“A mio avviso, la radice della comprensione è la matematica: una volta che si hanno i numeri, diventa chiaro quali sono i problemi, quali sono le cose significative e quali meno.”, dice Phillips. “Charles Darwin una volta ha osservato che il calcolo dà un ‘sesto senso’. The Human Impacts Database è un primo passo verso la fornitura di un invito coerente a quel sesto senso nel contesto del grande esperimento umano.”, aggiunge il docente californiano.

“Sostenere lo sviluppo di questo strumento, insieme alle altre incredibili ricerche che il Resnick Sustainability Institute sostiene nel campus, è la chiave per compiere la nostra missione di educare e informare le persone sul loro impatto sul mondo, nonché fornire soluzioni ai problemi che questi impatti stanno causando”, afferma Neil Fromer, Direttore Esecutivo dei Programmi presso la Resnick Sustainability Institute di Caltech (RSI) che in parte ha contribuito al finanziamento del progetto.

In quest’ultima citazione si può racchiudere il senso stretto dell’indicatore Human Impacts Database.

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