Greenwashing cosmetico? Come riconoscerlo a partire dall’etichetta

Il greenwashing è un’operazione che enfatizza le credenziali ambientali di un prodotto facendolo passare per ecologico quando in realtà non lo è. Ecco alcuni utili consigli su come distinguere i prodotti cosmetici realmente naturali, biologici e sostenibili.

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© Silviarita on Pixabay

“Naturale”, “Biologico”, “Pulito/Clean/Non tossico”, “Senza OGM”, “Senza ingredienti chimici”, “Sicuro”, “Senza…”, “Cruelty-free”, “Non contiene acqua” e “Sostenibile” sono tra i principali claim dietro cui si può celare il greenwashing. Per aiutare i consumatori sempre più attenti a uno stile di vita sostenibile e all’impatto delle proprie scelte d’ acquisto, NATRUE ha stilato un decalogo per individuare e riconoscere i 10 claim ingannevoli che possono comparire sulle etichette dei cosmetici.

L’attività di sensibilizzazione dei consumatori del settore cosmetico, che NATRUE porta avanti dal 2007, passa anche dalle etichette, strumento prezioso che deve essere chiaro e trasparente. Può capitare che prodotti con il claim “naturale” o “biologico” contengano in realtà ingredienti di origine petrolchimica e non bio in quanto la dicitura “biologico” non ha validità in capo cosmetico. Allo stesso modo anche il claim “pulito/clean” viene erroneamente utilizzato come sinonimo di naturale ma in realtà non tutti i cosmetici “clean” sono effettivamente naturali.

La certificazione NATRUE, invece, è sinonimo di cosmetici realmente naturali perché grazie ai rigidi standard dell’Associazione sono ammessi soltanto ingredienti naturali, natural-identici e biologici. Inoltre, NATRUE si impegna a verificare che gli ingredienti di formulazione siano certificati secondo i principali regolamenti internazionali sul biologico (IFOAM). 

Sono spesso ingannevoli i claim che indicano l’assenza di un ingrediente, ad esempio “senza ingredienti chimici”, “senza allergeni” o “senza acqua” perché è impossibile che un cosmetico non contenga ingredienti chimici o che venga realizzato in tutte le sue fasi senza consumare acqua. Anche la dicitura “senza OGM” può essere fuorviante in quanto nel settore beauty i produttori non sono tenuti a dichiarare la presenza di ingredienti OGM sulla confezione. In tutti questi casi, il marchio NATRUE opera nella massima trasparenza e certifica solo cosmetici che superano i suoi rigidi controlli, certificando realmente l’assenza di questo tipo di ingredienti. 

L’utilizzo che viene fatto dei cosmetici sulla cute porta spesso i consumatori a prediligere prodotti con il claim “sicuro” stampato sull’etichetta. In realtà però il Regolamento CE dell’Unione Europa prevede già rigidi controlli sui prodotti cosmetici per assicurare che non siano nocivi sulla pelle, rendendo così il claim “sicuro” superfluo. 

E per i cosmetici cruelty-free? Anche in questo caso bisogna fare attenzione perché cruelty free-non vuol dire vegano, ma si riferisce solamente all’assenza di sperimentazione sugli animali. Il Regolamento UE sui cosmetici vieta espressamente la sperimentazione sugli animali in Europa, NATRUE estende questo divieto a livello globale impedendo la distribuzione dei prodotti certificati NATRUE nei Paesi in cui sono ancora in vigore i test sugli animali. Infine, il claim “sostenibile” può essere difficile da misurare e quindi fuorviante. A questo proposito lo standard NATRUE promuove l’utilizzo di packaging minimi e riutilizzabili, proibisce le plastiche alogenate e incoraggia l’impiego di materiali riciclabili e le energie rinnovabili.

“Una corretta comunicazione è fondamentale per il settore della cosmesi non solo perché è la base del rapporto di fiducia tra produttore e fruitore ma incide anche sulla salvaguardia del Pianeta. Grazie al nostro impegno stiamo cercando di guidare i consumatori verso scelte consapevoli e informate. Il nostro standard, certificato da organismi terzi indipendenti, applica ben 6 dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e costituisce una reale garanzia di autenticità e trasparenza” ha commentato Mark Smith, Direttore Generale NATRUE.

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