Vaia, una startup fa rivivere gli alberi abbattuti creando oggetti di design

La startup VAIA parte dalla tragedia ambientale delle Dolomiti per donare una nuova esistenza al legno della foresta ferita

2641

Un anno fa, più di 42 milioni di alberi sono stati abbattuti dalla tempesta Vaia. L’impatto sul territorio è stato devastante. Oggi, recuperare quel legno caduto diventa fondamentale per sostenere le comunità locali e ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema.

È così che nasce Vaia: un nuovo modo di creare oggetti senza depauperare materie prime, fornendo una risposta concreta alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Partire da una catastrofe ambientale, quindi, per trovare il modo di restituire quanto tolto alla natura, grazie al design: è questa la missione della startup Vaia, che affonda le proprie radici nella capacità di creare oggetti iconici in grado di farsi portatori di un messaggio più grande.

Il progetto portato avanti da un team di tre giovani imprenditori under 30 prende il nome da Vaia, la più grande catastrofe forestale italiana degli ultimi 50 anni, causata dalla forte perturbazione dello scorso 26 – 30 ottobre 2018 e che ha interessato tutto il Triveneto. Il maltempo ha colpito 494 comuni, provocando danni consistenti o la completa distruzione di circa 42.525 ettari di foresta (il 3% della superficie forestale del territorio) e comportando la presenza di circa 8.5 milioni di m3 di legname a terra.

“Volevamo cercare di trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture” – spiega Federico Stefani, founder di Vaia – “Da qui l’idea di utilizzare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un appello forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio.”

Nasce così l’idea di Vaia, all’apparenza un semplice cubo di legno massello pregiato ma che in realtà permette di propagare in maniera completamente naturale qualunque suono inserendo al suo interno il proprio smartphone. Una cassa passiva che permette, senza l’uso alcun tipo di energia, di poter amplificare quanto si sta ascoltando.

“Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico” prosegue Federico Stefani “creando allo stesso tempo un progetto sostenibile.”

L’obiettivo della startup, infatti, è quello di creare un modello di business che metta al centro la natura e che vuole essere sostenibile al 100%. Ciò significa non solo non sprecare risorse, quanto recuperare quelle materie, prima che vengano sprecate e considerate inutilizzabili, per dargli una nuova vita. Da qui l’idea di utilizzare gli alberi caduti, piante ormai considerate deboli per essere utilizzate per la costruzione e che quindi vengono generalmente utilizzate solamente per produrre energia elettrica nelle centrali di biomassa.

Vaia è realizzata da artigiani e falegnami locali e nelle Dolomiti il team della startup sta coinvolgendo chi si occupa delle foreste pubbliche per quanto riguarda il piantare nuovi alberi. Il territorio, infatti, presenta notevoli dissesti idrologici ed è a rischio frane a causa dell’assenza di alberi.

La startup si fa portavoce di un ulteriore messaggio concreto: con l’acquisto di una Vaia si contribuisce a ripiantare un nuovo albero e far rinascere così la foresta. Torna quindi l’obiettivo iniziale di Vaia, quello di creare un modello circolare e sostenibile di business da un lato recupera delle materia prime e dall’altro le restituisce all’ecosistema compromesso, non andando a pesare sul territorio e sul fabbisogno di risorse naturali.

“Vaia non vuole essere solo un oggetto di design quanto un’idea concreta di come si possano creare progetti che aiutino concretamente il territorio e uniscano la comunità” – continua Giuseppe Addamo co-founder e responsabile comunicazione e marketing di Vaia.

Vaia viene realizzata con un legno certificato caduto durante la tempesta, segno di una filiera trasparente e affidabile. Ad esempio, uno dei diversi legni utilizzati è quello dell’Abete della Val di Fassa, un pregiato tipo di abete rosso usato da sempre per costruire i violini in quanto ha una struttura particolare che permette di amplificare il suono. Un ulteriore simbolo di come un simile oggetto voglia propagare un messaggio forte e farlo arrivare ovunque in modo sostenibile attraverso il design.

Il legno usato è di tipo massello, ciò conferisce notevole pregio e qualità a Vaia, ed ognuna di esse presenta una spaccatura realizzata dal falegname con un’ascia che segue la venatura naturale del legno ormai rotto. Ciò comporta che ogni pezzo realizzato sia unico, nessuno è uguale all’altro e questo gli conferisce una qualità artigianale non sempre facilmente riscontrabile in progetti e prodotti simili.

Il prezzo di Vaia è volutamente contenuto proprio per spingere al massimo il suo messaggio e obiettivo. Il costo è di 54 euro incluse le spese di spedizione in Italia, inoltre una parte dei ricavi è destinata alla comunità locale e ai suoi artigiani, oltre a comprendere il seme del nuovo albero da piantare. “Stiamo combattendo per rendere il progetto quanto più economicamente sostenibile e restituire il più possibile alla natura” – spiegano i fondatori.

L’idea del team di Vaia è di applicare questo modello circolare ogni qualvolta ci sia un problema ambientale, uno spreco o un’emergenza dovuta al cambiamento climatico. L’obiettivo è quello di intervenire producendo oggetti di design che non vadano a compromettere ulteriormente l’ecosistema e che siano funzionali a riqualificare i territori che sono stati colpiti. Dar vita quindi ad una produzione di oggetti utili all’uomo, non dei semplici gadget, che al contempo rispettino la natura ricercando delle soluzioni concrete a problemi specifici.

Iscriviti alla newsletter