Si chiama “Alliance to end plastic waste” ed è l’accordo stretto da circa trenta multinazionali della petrolchimica con l’intento di combattere l’abuso di plastica e ridurre i rifiuti da essa prodotti, che galleggiando sui grandi fiumi del mondo arrivano fino agli oceani. L’alleanza (in sigla Aepw) è stata siglata proprio dai colossi mondiali che maggiormente fanno uso materiali plastici, tra cui c’è anche l’italiana Eni. Tra gli altri nomi si leggono quelli di Basf, Berry Global, Braskem, Chevron Phillips Chemical, Clariant, Covestro, Dow, Dsm, ExxonMobil, Formosa Plastics, Henkel, LyondellBasell, Mitsubishi Chemical, Mitsui, Nova Chemicals, OxyChem, Procter & Gamble, Reliance, Sabic, Sasol, Suez, Shell, Scg Chemicals, Sumitomo, Total, Veolia, Versalis (Eni) e PolyOne.
L’intento è quello di combattere la sporcizia prodotta dai rifiuti di plastica tramite un investimento economico ingente. Già oltre un miliardo di dollari la cifra spesa per arginare il problema ma l’obiettivo è destinare nei prossimi cinque anni 1,5 miliardi di dollari alla lotta contro i rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente. L’Aepw non ha scopo di lucro e intende sviluppare progetti e realizzare iniziative mirate per diminuire l’utilizzo della plastica e la conseguente dispersione nell’ambiente, puntando su politiche di recupero e riutilizzo dei materiali. Il progetto verrà realizzato attraverso la collaborazione con gli altri soggetti coinvolti, come per esempio i consorzi italiani di riciclo degli imballaggi Conai e Corepla che, grazie alle loro competenze, supporteranno al meglio la promozione di una strategia integrata che si svilupperà in quattro fasi: sviluppo delle infrastrutture, innovazione, formazione e coinvolgimento, e pulizia.
Il presidente dell’Aepw, David Taylor della Procter & Gamble, ha sottolineato che si tratta di: «una sfida globale seria e complessa, da affrontare con la massima rapidità e con una leadership forte. La nuova Alleanza rappresenta il massimo sforzo realizzato sino a oggi per dire basta ai rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente».
I progetti messi in campo dall’Aepw si concentrano soprattutto in territorio asiatico perché è proprio in quelle zone che il problema “plastica” diventa un’emergenza. Miliardi di persone hanno finalmente avuto accesso a beni di consumo prima inaccessibili e in breve tempo si sono trovati sommersi di spazzatura senza sapere come affrontare il problema dello smaltimento. Mancando ancora i servizi di raccolta e gestione dei rifiuti, i Paesi di nuova economia accumulano spazzatura che, attraverso i grandi fiumi, si sversano negli oceani causando inquinamento e morte per la flora e la fauna marina. Le stesse caratteristiche che rendono perfetta la plastica per conservare prodotti e alimenti (leggerezza, versatilità, resistenza), fanno sì che dopo l’utilizzo sia di difficile degradazione e quindi rimanga per secoli nell’ambiente senza dissolversi.
I progetti portati avanti dall’Aepw si concentrano soprattutto sullo sviluppo e la promozione di modelli commerciali e imprenditoriali che combattano la dispersione dei rifiuti di plastica negli oceani. Si andrà ad agire con iniziative mirate anche sui fiumi, bloccando i rifiuti plastici prima che giungano in mare aperto.