Anche il ghiacciaio Denman nell’Antartide orientale si sta sciogliendo. L’allarme è stato lanciato dalla NASA un nuovo studio, opera di un team del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa e dell’Università della California a Irvine (Uci). La ricerca, pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, si è basata sui dati satellitari del programma italiano Cosmo-SkyMed raccolti dal 1996 al 2018 e relativi proprio al Denman, ghiacciaio che si estende in profondità per 3.500 metri sotto il livello del mare.
Fino a poco tempo fa, i ricercatori credevano che l’Antartide orientale fosse più stabile perché non stava perdendo tanto ghiaccio rispetto all’Antartide occidentale ma hanno dovuto ricredersi poiché il Denman ha iniziato a mostrare segni di instabilità dovuti alla sua conformazione e alla sua posizione geografica, oltre che all’aumento della temperatura dell’acqua.
Il ghiacciaio in questione è il più profondo della Terra e contiene una quantità di ghiaccio pari a quella della metà di tutto l’Antartide occidentale e una gran parte di esso, purtroppo, è già andata perduta. Se il Denman dovesse continuare a sciogliersi, avrebbe un forte impatto sull’innalzamento del livello del mare, che aumenterebbe di 1,5 metri in tutto il mondo.
Il riscaldamento globale è sicuramente la prima causa dello scioglimento del ghiacciaio che nel periodo considerato si è ritirato di 5,4 chilometri. A determinare la situazione attuale, è anche la conformazione del Denman. Se sul versante orientale, infatti, il ghiacciaio è protetto dall’esposizione all’acqua calda dell’oceano da una cresta sepolta che sta bloccando il flusso, sul fianco occidentale invece presenta una depressione stretta ma considerevole che permette l’intrusione di acqua calda.
Attualmente, il Denman si sta sciogliendo dal basso verso l’alto a una velocità di circa 3 metri all’anno, più della sua media annuale che è di 2,7 metri. Le tempistiche di un possibile scioglimento totale sono al momento sconosciute, come riporta alla BBC Virginia Brancato, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
“Quanto velocemente può succedere? Difficile a dirsi, poiché ci sono molti fattori che entrano in gioco, ad esempio la ristrettezza del canale lungo il quale Denman si sta sciogliendo può rallentare il processo”. Per ora resta fondamentale continuare a monitore il ghiacciaio e raccogliere più dati possibili circa l’evoluzione del fenomeno.
Foto dal sito della NASA