Scoperta nei fondali del Mar Tirreno la più alta concentrazione di microplastiche di sempre. L’allarme è stato lanciato dallo studio “Seafloor microplastic hotspots controlled by deep-sea circulation”, pubblicato su Science, secondo il quale il Tirreno ospita una quantità di rifiuti molto più alta di quanto stimato fino ad oggi. Nell’area compresa fra Toscana, Lazio, Sardegna e Corsica gli scienziati hanno contato fino a 1,9 milioni di frammenti in un solo metro quadrato.
Lo studio conferma i dati sull’inquinamento da microplastiche nel Mediterraneo, e in particolare nel mar Tirreno. Secondo la nuova ricerca, condotta dagli scienziati dalle università di Manchester, Durham e Brema, in collaborazione coi colleghi del Centro oceanografico britannico (Noc) e dell’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer), la concentrazione di microplastica nel Tirreno presenta i valori più alti mai registrati nei fondali profondi: sono state trovate fino a 182 fibre e 9 frammenti per 50 g di sedimento essiccato alla base del versante continentale sardo.
Lo studio si è concentrato sugli hotspot di microplastiche nei fondali marini, cioè nelle zone dove, o portato dalle correnti di profondità, si accumula la maggior parte delle plastiche che finiscono nell’oceano.
Le microplastiche trovate sui fondali marini sono costituite principalmente da fibre provenienti dai vestiti e da altri prodotti tessili. All’infremer spiegano che «queste fibre non vengono filtrate efficacemente negli impianti di depurazione e penetrano facilmente nei fiumi e negli oceani».
Una volta che le microplastiche raggiungono il mare si aprono due scenari. Sia che si depositino lentamente, sia che vengano trasportate rapidamente dalle correnti di potenti “valanghe” sottomarine che discendono attraverso dei canyons sottomarini fino al fondo. “Una volta in profondità, le microplastiche sono facilmente catturate e trasportate dalle correnti di fondo che possono concentrare le fibre e i frammenti nei grandi in dei grandi banche sedimentari”.
Grazie al fenomeno dell’upwelling, queste correnti di profondità trasportano acqua ricca di ossigeno e di nutrimenti e ciò significa che gli hotspot di microplastiche dei fondali marini possono anche ospitare delle importanti comunità biologiche in grado di consumare e assorbire le microplastiche.
Questo studio rivela per la prima volta il legame diretto che esiste tra il comportamento delle correnti di fondo e le concentrazioni di microplastiche dei fondali marini. Questi risultati aiuteranno a prevedere la costituzione di altri hotspot di microplastiche a grande profondità e orienteranno così la ricerca sull’impatto delle microplastiche sulla vita marina.