World Vegan Day, novembre è il mese dedicato ai vegani

La cultura vegana, che elimina prodotti e derivati animali, è in crescita in tutto il mondo tanto da essere equiparata a un credo filosofico o religioso

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© Anna Pelzer on Usplash

Vegano è bello. È questo, più o meno, lo slogan del World Vegan Day celebratosi ieri 1 novembre in tutto il mondo. La giornata è stata l’occasione per fare il punto sull’interesse crescente verso i prodotti vegani, non solo alimentati ma anche cosmetici. Il 100 per cento vegetale conquista l’attenzione del grande pubblico ma anche dei ristoranti e dell’industria.

E siccome una giornata non basta, il World Vegan Day è solo l’inizio del mese vegano che interesserà tutto novembre con iniziative di sensibilizzazione verso la cultura del rispetto animale. I vegani, infatti, non consumano nulla che derivi dagli animali. Non solo carne e pesce, che ne comporterebbe l’uccisione, ma nemmeno nulla che ne sfrutti il lavoro o la vita. Quindi no al latte e, per esempio, no anche al miele, prodotto dalle api. Uno stile alimentare, che è importante scelta di vita e che secondo dati Eurispes convince sempre più persone.

Addirittura, il veganesimo è stato equiparato a un credo filosofico o religioso. A sancirlo è stato il tribunale inglese di Norwich con una sentenza che punisce le discriminazioni verso chi adotta uno stile di vita vegano.

E se lo stile di vita vegetariano coinvolge circa il 7,5 per cento degli italiani (che in un recente sondaggio ha dichiarato di aver eliminato carni e pesci dall’alimentazione), gli strettamente vegani sono il 2 per cento degli italiani, un partito che sfiora un milione duecentomila persone.

La data del primo novembre per celebrarli è stata scelta nel 1994 da Louise Wallis, presidente della Vegan Society in Uk, per celebrare i 50 anni del movimento. Risalirebbe infatti al 1944 il termine veganesimo e l’organizzazione dei vegani in un’associazione. Ma poiché non si poteva risalire a un giorno preciso, scelse simbolicamente quello in cui si omaggiano tutti i santi.

Se da una parte il veganesimo rappresenta una scelta etica, dall’altra simboleggia un mercato ancora da conquistare per le aziende che studiano numeri e tendenze di consumo per ampliare la loro offerta commerciale, sia in termini alimentari che cosmetici.

TheFork, la app di prenotazione di locali online a livello globale, registra una crescita del 24,8% da inizio 2019 a inizio 2020 su chi cerca cucine veg. Da un sondaggio per conoscere opinioni e gusti circa la cucina vegana al ristorante, è emerso che “se è vero che solo il 16% degli utenti intervistati ha affermato di seguire questo regime alimentare, il 50% cerca di limitare il consumo di alimenti di provenienza animale e, soprattutto, il 70% ha dichiarato di essere stato in un ristorante vegano”.

Inoltre, “il 76% dei rispondenti poi pensa di volerlo provare in futuro e soprattutto sono tutti d’accordo sulla bontà della cucina vegana, il 75% ritiene che sia gustosa quanto quella onnivora”. Infine, anche quando si parla di pasta, il 60% predilige una ricetta vegana.

Analoghe conclusioni dalla piattaforma internazionale di consegne a domicilio Uber Eats che ha osservato quali sono i Paesi che apprezzano maggiormente la cucina vegana. Il Paese in cui si effettuano più ordini vegani è in primo luogo l’Inghilterra, seguita dalla Polonia e dalla Francia. In Italia, patria di alcune delle ricette più amate al mondo, si è riscontrato un forte aumento degli ordini di questi piatti, infatti, dal 2018 al 2020 è stato registrato un aumento delle consegne pari al 300%.

Il piatto veg più amato dagli italiani? In prima posizione, si conferma, come nel 2019, il Vegan Poké, la ricetta hawaiana, amatissima in tutto il mondo (che di solito comprende salmone e uova) disponibile anche nella sua versione veg. Tanti anche i dolci vegani ordinati sulla piattaforma come il cornetto, il cheesecake e il muffin al cioccolato.

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