Vi è mai capitato di guardare le etichette di qualsivoglia prodotto (es. cartone del latte) e notare il logo FSC? Vi siete mai interrogati sugli effetti che le nostre scelte economiche riversano sull’ambiente? La missione di FSC parte dalla volontà di trovare a ciò una risposta e si concretizza con l’amministrazione forestale socialmente utile, rispettosa dell’ambiente ed economicamente sostenibile.
L’acronimo FSC sta per Forest Stewardship Council: un’organizzazione internazionale, senza scopo di lucro e non governativa, nata nel 1993. In Italia prende origine nel 2001 e dal 2011, Diego Florian, laureato in Scienze Forestali e Ambientali, dirige l’Ufficio Nazionale di FSC con il compito di coordinare lo staff e le attività di FSC Italia in conformità alle linee guida Internazionali. Sono circa 900 i membri dell’organizzazione: privati, tecnici, ricercatori, ONG, gruppi ambientalisti, sociali e della Grande Distribuzione Organizzata, proprietari forestali, aziende che lavorano il legno e la carta. FSC è così strutturata: un Direttore generale, l’Assemblea generale dei Soci, ossia un organo suddiviso in tre camere rappresentanti gli interessi ambientali, sociali ed economici (tale ripartizione è garanzia di un’equa distribuzione del potere di voto e dell’equilibrio decisionale tra i paesi del Nord e del Sud del mondo) ed infine il Comitato Esecutivo generale (organo di governo permanente dell’Assemblea dei Soci) formato da 9 rappresentanti eletti dalle tre camere di appartenenza dei Soci e con un mandato di 3 anni.
FSC si afferma come fautore non solo della sostenibilità, ma anche della legalità dei prodotti ricavabili dalle foreste. Basti pensare che – secondo le stime estrapolate dai dati Interpol del 2012 – il 30% del legno nel mondo è commercializzato in maniera illegale e genera un profitto di circa 8.5 miliardi di euro, mentre in Italia l’illegalità stimata è del 10% con un introito pari a 2.1 miliardi di euro. La fruttuosità del denaro sporco è causa di sleale concorrenza e forte competitività a danno di processi produttivi certificati e sostenibili. Sempre secondo l’Interpol (Organizzazione internazionale della polizia criminale) il traffico illecito di legno e derivati si posiziona al secondo posto, in termini di redditività a vantaggio della criminalità organizzata, dopo il commercio di droga. Contrastare questo fenomeno diviene essenziale: illegalità, deforestazione e degrado minacciano ormai prepotentemente il polmone verde mondiale con tutti i rischi e le gravi conseguenze che ne derivano. L’unico strumento in grado di contrastare il mercato indebito di legname è la certificazione.
La corretta gestione del patrimonio forestale può essere eseguita aderendo volontariamente a un sistema di certificazione indipendente, di terza parte, universalmente valido e specifico del settore forestale. Gli stakeholders coinvolti sono tre:
- Ente di accreditamento: vigila sull’ente di certificazione
- Ente di certificazione accreditato: verifica la buona gestione della foresta e controlla la rintracciabilità dei prodotti
- Organizzazione: chi vuole ottenere la certificazione
Esistono due tipologie di certificazione: Forest Management (FM) e Chain of Custody (CoC). La prima, la Certificazione di buona gestione forestale, è rivolta ai proprietari forestali e di piantagioni e può essere individuale, di gruppo o per piccole proprietà forestali o foreste comunitarie SLIMF (Small and Low Intensity Managed Forests). Per ottenere questo tipo di certificazione è obbligatorio rispettare i 10 Principi e relativi Criteri (P&C) di buona gestione forestale definiti da FSC a livello internazionale e applicati specificatamente alle diverse realtà locali, contraddistinte da tipiche caratteristiche ecologiche e amministrative. Superando gli step relativi all’ottenimento della CoC è possibile vendere legno e derivati come effettivamente “certificati”. La Certificazione della Catena di Custodia (individuale, di gruppo, di progetto, multisito) assicura che il legno e i prodotti forestali (legnosi e non) provengano da foreste gestite secondo i Principi e Criteri FSC. Le etichette, con le quali vengono individuati i beni certificati, sono omologate a livello mondiale e approvate dalla Forest Stewardship Council; diverse per formati, idiomi e colori, esse sono articolate in tre categorie, in base alla percentuale di legno certificato o riciclato contenuto nei prodotti:
- FSC 100% contiene solo materiale proveniente da foreste certificate FSC.
- FSC Misto include materiali certificati FSC (almeno per il 70%), “legno controllato” e/o materiali riciclati post-consumo. Il legno controllato non deve provenire da: foreste utilizzate illegalmente o che la cui gestione viola i diritti civili o tradizionali; foreste non certificate ad Alto Valore di Conservazione; foreste naturali convertite in piantagioni o in altre forme d’uso del suolo o foreste in cui siano presenti alberi geneticamente modificati.
- FSC Riciclato contiene solo materiali riciclati (di cui almeno l’85% post-consumo, ossia non più utilizzabile).
L’attività di Fsc è in linea con le strategie di sviluppo previste dall’agenda 2030 ed in particolare con l’obiettivo 12: consumo e produzione responsabili. L’economia responsabile si fonda sulle scelte economiche consapevoli. L’informazione assume un ruolo cruciale nella determinazione della domanda che il consumatore esercita e della conveniente offerta che il produttore decide di lanciare. I consumatori, adeguatamente informati ed educati, potrebbero fare la differenza in un mercato la cui esistenza (e competitività) è in gran parte determinata dalle propensioni etiche e dalle scelte economiche degli acquirenti.
Scuotere le coscienze dei cittadini e sensibilizzare l’attenzione verso beni e servizi sostenibili costituiscono le premesse per una evoluzione positiva degli eventi.
“Pensi che gli adulti avranno rimesso il mondo a posto quando ce lo passeranno?” Bill Watterson
Per maggiori informazioni su FSC visita il sito: Home Page | Forest Stewardship Council (fsc.org)