L’arte è da sempre il riflesso della realtà. Gli artisti esprimono la quotidianità, con le loro opere, accentuandone particolari condizioni. I cambiamenti socio-culturali (e anche climatici, adesso) trovano riscontro nell’arte che ne raffigura gli aspetti salienti e maggiormente rappresentativi. L’inquinamento ambientale e la crisi climatica stimolano l’attenzione degli artisti (noti e non) del nostro secolo e lo sviluppo della “Trash Art” (spazzatura + arte) ne è la testimonianza.
La Trash Art è considerata l’evoluzione di una forma d’arte chiamata “Arte del frammento” fondata nel 1918 da Kurt Schwitters: collages e assemblages di biglietti d’autobus, pezzi di legno, tessuti, etichette e rifiuti vari sostituiscono le normali vernici nelle opere dell’artista tedesco.
Molti artisti dell’epoca contemporanea si sono ispirati ai “grandi” del passato riciclando i prodotti di scarto per dare ad essi l’opportunità di essere, altresì, rivalutati e apprezzati. La nobile tendenza si prefigge lo scopo di svolgere una “lotta artistica” contro il degrado ambientale ed in particolar modo contro l’accumulo dei rifiuti, talvolta di difficile smaltimento. I materiali – indirizzati alla discarica – come plastica, legno, carta e rifiuti vari vengono rivitalizzati in opere d’arte innovative e green, cioè vicine alla natura attraverso il riciclaggio.
I dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul Rapporto rifiuti urbani per l’anno 2020 attestano un calo del 3,6% rispetto al 2019: i rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2020 ammontano a 28,9 milioni di tonnellate rispetto a 30 milioni di tonnellate del 2019. In media ogni cittadino produce 488 chilogrammi di rifiuti all’anno, in Italia. Questi dati, apparentemente incoraggianti, sono influenzati delle limitate attività socio-economiche avutesi nell’ultimo biennio e pertanto determinati dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
Scopriamo insieme come l’arte incontra l’ambiente grazie alle creazioni di artisti che, impiegando rifiuti urbani, uniscono l’utile al dilettevole: esprimere le proprie emozioni prendendosi cura dell’ambiente.
Henrique Oliveira realizza grandi installazioni, quadri e sculture da scarti legnosi di ogni tipo: staccionate, legno marcescente, scarti di lavorazione, mobili in legno abbandonati in prossimità dei cassonetti. Attratto dalle affascinanti e tipiche venature del legno (assimilabili a quelle dell’uomo), l’artista brasiliano è noto per la creazione delle “installazioni vegetali” che egli considera come lo sforzo irruente della natura di sottrarsi alle costrizioni urbane alle quali è sottoposta e per le quali, spesso, è destinata a perire.
Annarita Serra è riuscita a conciliare l’esigenza di esprimere la propria arte (attraverso quadri e sculture) con il bisogno di tutelare l’ambiente marino dall’inquinamento procurato dal deposito di rifiuti plastici: “Avevo due sogni nella mia vita: lavorare con l’arte e salvare il mare. Ho scoperto negli anni, che uno dei due mi aiuta a realizzare l’altro, che l’arte mi aiuta a salvare il mare. So che lo sto facendo perché oggi, dopo vent’anni, non sono più sola”, afferma l’artista italiana di origini sarde.
Arturo Bordalo, in arte “Bordalo II”, utilizza vecchi pezzi di automobili, biciclette, piccoli elettrodomestici non più funzionanti e, in generale, tutti i rifiuti che si possono trovare per strada, per testimoniare l’idea dell’arte come simbolo di un mondo consumista al quale egli, con la sua Street art, vuole lanciare un messaggio: porre l’attenzione sulla sostenibilità, sulla ecologia e sulla conservazione della biodiversità fortemente minacciate dalla crisi ambientale di cui l’uomo – incline al consumismo e allo sfruttamento intensivo delle risorse offerte dalla natura – è sicuramente responsabile; l’artista ricrea la natura per mezzo di quei materiali che compromettono il suo equilibrio. In zone degradate, Bordalo II riproduce grandi animali, colorati e tridimensionali, conosciuti come “Trash animals” e l’opera “The Bear”, a Torino, ne è un esempio.
Le opere elencate e brevemente descritte racchiudono un significato tutt’altro che trash. L’arte contemporanea, priva di regole, cerca di contenere gli effetti negativi dell’eccessivo sfruttamento dei materiali tramite il recupero degli stessi. È difficile rendere bello ciò che inquina e che ormai non serve più, ma l’uomo con ingegno e creatività è capace anche di questo.
Tutta la grande arte nasce da un senso di indignazione.
(Glenn Close)