Carbon footprint: cos’è, come si misura e perché è importante

Il panorama ambientale, nella sua sempre più sfidante complessità, deve servirsi di strumenti che possano misurare l’impatto delle attività antropiche e dei servizi ad esse connesse. La Carbon Footprint si propone di analizzare e stimare quest’ultime, affinché vengano rispettati standard energetici e venga perseguita la via della sostenibilità.

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© S Goswick on Unsplash

La carbon footprint, letteralmente “impronta (di piede) di carbonio”, nota in italiano come impronta ecologica è il parametro che, meglio di qualunque altra variabile, permette di determinare gli impatti ambientali delle attività di origine antropica sul cambiamento climatico e, quindi, sul surriscaldamento del pianeta. La Carbon Footprint è un parametro che esprime in tonnellate di CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione, un servizio o un singolo individuo.

Perché stimare le emissioni di un prodotto o di un servizio?

Nel contesto attuale, dove i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico sono in continua escalation, è evidente che ognuno deve fare la sua parte e il concetto va esteso anche ad aspetti intangibili, oltre che a quelli tangibili. Da ciò deriva la necessità di fornirsi di strumenti che consentano di misurare in maniera deterministica le emissioni generate da qualunque tipo di attività e processo. In particolare l’impronta di carbonio, così anche chiamata, fa riferimento ai gas ad effetto sera – in conformità con il Protocollo di Kyoto che ha stabilito quali sono i gas da prendere in considerazione – quali: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs).

Come si può evincere, nel computo globale dell’impronta di carbonio devono essere considerate le emissioni di tutti i gas ad effetto serra, che vengono poi convertite in CO2 equivalente. Le modalità di conversione sono dettate da policy e standard, come la norma ISO 14067, in modo da risultare allineate in tutti gli ambiti in cui si utilizza tale strumento.

Ma come si può misurare, nella pratica, la Carbon Footprint di un’organizzazione, di un servizio o di un singolo individuo?

A tal proposito esistono software di calcolo, molto usati nella pratica ingegneristica ed ambientale, che permettono di ottenere misure piuttosto precise, tenendo conto di un ragionevole margine di errore, ma anche dei tools che sono molto user-friendly, facili da usare e capire. Nello specifico sono molto diffusi dei veri e propri tools in grado di fornire in maniera molto semplice, informazioni sull’impatto ambientale di un singolo individuo o di un servizio. Infatti è possibile classificare questi in:

  • individuali: permettono di calcolare la propria impronta ecologica rispetto alle singole attività quotidiane (modalità di spostamento, abitudini alimentari, consumi ecc.);
  • di servizio: possono essere gratuiti o a pagamento e consentono ad un’organizzazione di qualsiasi tipo di quantificare l’impronta di carbonio generata dalle attività caratteristiche della stessa.

Esiste davvero un metodo per misurare la propria impronta di carbonio generata nelle attività quotidiane svolte?

Risposta affermativa, e il tool in oggetto è raggiungibile sulla pagina di Carbon Footprint TM ,organismo principale che certifica le impronte ecologiche di qualsivoglia soggetto, organizzazione o prodotto. Attraverso esso è possibile quantificare il proprio impatto collegato alle abitudini quotidiane, da ciò che si fa in casa, dall’utilizzo dell’auto e non solo. Questo è solo uno dei tanti esempi di uno strumento fondamentale per dare un imprinting ecosostenibile alla propria quotidianità, intercettando dove si è low performer in tema di sostenibilità e dove invece si è efficienti e green.

E se volessi calcolare l’impronta di carbonio di un servizio?

Ci sono tantissimi simulatori, alcuni specifici per determinati settori ed altri più generali, ma un ulteriore esempio lo si può riscontrare relativamente alla mobilità sostenibile. Immagina di dover partire da Napoli e di dover raggiungere Milano: qual’é il mezzo di trasporto che consente di minimizzare l’impronta generata?

La risposta la si trova, in maniera molto intuitiva e semplice da capire, una volta determinati in input alcune informazioni, su Eco-Passenger. Infatti, inserendo il punto di partenza e il punto d’arrivo, si possono ottenere delle informazioni ben precise sul mezzo da scegliere per minimizzare la propria impronta di carbonio e i consumi energetici. Analizzando l’esempio appena descritto, il treno risulta essere il mezzo di trasporto più sostenibile ed infatti si evince come quest’ultimi emetta 2 volte e mezzo in meno rispetto all’auto e addirittura 4 volte in meno rispetto all’aereo e lo scenario in termini di consumi energetici è pressoché identico.

Grafico emissioni e consumi tratta Napoli-Milano – © Amato Spatola

Questo è un esempio di come un singolo individuo può effettuare delle scelte all’interno della propria quotidianità che risultano essere sostenibili e che quindi minimizzano la propria impronta.

La nostra influenza sul pianeta è decisiva e sono e saranno le nostre scelte ad indirizzare la Terra verso un futuro sostenibile, che deve essere già il presente. Possiamo dare un’impronta diversa e quella impronta è verde e pulita.

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