Quanto incide l’alimentazione sulla fertilità?

Stile di vita e alimentazione giocano un ruolo nella possibilità di essere genitori. Introdurre certi alimenti nella nostra dieta e attenersi ad alcune indicazioni alimentari può migliorare l'ovulazione, diminuire gli stati infiammatori e diminuire la possibilità di aborti spontanei e nel maschio migliorare il quadro seminale.

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Kateryna Hiznitsova on Unsplash

La riproduzione umana è un processo biologico complesso che si verifica dall’unione di due cellule o gameti, quello femminile, l’ovocita o cellula uovo e quello maschile, lo spermatozoo (fecondazione). La fecondazione dà vita allo zigote, la cellula dalla quale deriverà l’embrione, che si svilupperà nel corso della gravidanza, fino al parto. I vari steps della riproduzione sono fortemente influenzati dallo stile di vita e, in particolare in ambito nutrizionale, dall’apporto di energia e di nutrienti. Ovociti e spermatozoi devono, infatti, svilupparsi in un ambiente sano e ricco di nutrienti in grado di soddisfare le esigenze metaboliche dei gameti e garantire l’optimum in termini di maturazione, qualità e competenza. Lo stesso vale per l’ambiente intrauterino per lo sviluppo adeguato del feto fino al “bimbo in braccio”.

La capacità di un individuo e/o di una coppia di riprodursi è definita come fertilità. Al contrario, l’infertilità è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come l’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti. Oltre l’80-85% delle coppie concepisce entro un anno. La metà delle coppie che non concepisce nel primo anno lo fa nel secondo. Sono circa 60.000 coppie che ogni anno hanno difficoltà riproduttive; si parla di infertilità maschile (40%), femminile (40%) o di coppia (20%).

Tra le maggiori cause di infertilità è possibile annoverare:

  • infezioni da malattie a trasmissione sessuale
  • patologie ginecologiche o andrologiche
  • fattori socio-economici, soprattutto la ricerca di un figlio in tarda età
  • fattori ambientali (esposoma)/stile di vita:
    • alimentazione non equilibrata
    • peso corporeo e massa grassa corporea non ottimali
    • stress cronico
    • uso di droghe e abuso di alcool
    • fumo
    • scarsa igiene del sonno
    • esposizione a contaminanti ambientali
  • fattori immunologici ed alterazioni della composizione del microbiota (popolazione di microrganismi)
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La dieta. Focalizzando l’attenzione sul link esistente tra alimentazione e fertilità, si deve specificare che la letteratura scientifica riporta a gran voce, soprattutto negli ultimi anni, che lo stile di vita sano ed abitudini alimentari corrette mostrano una correlazione diretta con l’aumento della capacità riproduttiva, sia maschile che femminile, mentre un’alimentazione scorretta, principale causa di sovrappeso e obesità, impatta in maniera significativa la fertilità, influenzando negativamente vari steps della riproduzione, come il processo di ovulazione nella donna, ma anche la composizione molecolare dello spermatozoo nell’uomo. Un’attenzione particolare deve essere rivolta alla qualità dei cibi, al fine di favorire non solo il giusto apporto di nutrienti, ma anche il mancato/ridotto introito degli inquinanti (antibiotici, ormoni della crescita, pesticidi, mercurio, bisfenoli, plastica), in quanto sostanze capaci di mimare l’azione ormonale (interferenti endocrini), ai quali è particolarmente “sensibile” lo spermatozoo.

La sana alimentazione influenza la fertilità in quanto può contribuire ad instaurare nell’organismo condizioni in grado di massimizzare la capacità riproduttiva della coppia alla ricerca di una gravidanza, di cui si riportano le principali:

  • peso corporeo adeguato e composizione corporea ottimale (massa grassa e topografia adiposa)
  • regolazione dell’equilibrio glicemia/insulina;
  • equilibrio ormonale;
  • modulazione dell’infiammazione.

Mantenere un peso corporeo adeguato e soprattutto percentuali di massa grassa ideale è fondamentale alla luce del contributo del grasso (viscerale) allo stato infiammatorio (infiammazione cronica di basso grado) dell’organismo. Le molecole proinfiammatorie prodotte dalla massa grassa interferiscono con la segnalazione dell’insulina, l’ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue (glicemia). L’insulina influenza, mediante complessi meccanismi, i livelli di ormoni circolanti, sia nella donna (impatto sull’ovulazione, ad esempio), che nell’uomo. Esiste dunque, un legame molto stretto tra zuccheri, produzione ormonale alterata, infiammazione e stress ossidativo.

Le diete sbilanciate, ricche in grassi saturi, zuccheri raffinati ed interferenti endocrini, caratterizzate da alimenti processati e ultraprocessati e povere in fibre e composti bioattivi (aventi proprietà benefiche), promuovono, infatti, lo stato di infiammazione, ossidazione ed invecchiamento cellulare, con conseguenti effetti biochimici sulla riproduzione, a partire dalla fase periconcezionale fino agli outcomes della gravidanza.

Una dieta equilibrata a base di verdure, cereali poco raffinati, a basso indice glicemico e naturalmente poveri di glutine, frutta, legumi, pesce e olio extravergine di oliva, associato ad un moderato apporto di latticini e scarso consumo di zuccheri raffinati e carne rossa, è il modello nutrizionale i cui pattern nutrizionali si oppongono a quelli sopra menzionati della dieta occidentale e sono in grado di fornire all’organismo molecole bioattive fondamentali, quali, ad esempio, acidi grassi omega 3, vitamina A, vitamine del gruppo B, zinco, ferro, magnesio, selenio, antiossidanti (es. CoQ10, acido alfa lipoico, vitamina C, vitamina E, resveratrolo), vitamina D.

In conclusione, la nutrizione personalizzata nell’ambito dell’infertilità può rappresentare un valido supporto per contrastare infiammazione, ossidazione e invecchiamento e, dunque, migliorare la salute riproduttiva, tanto in caso di gravidanza naturale, quanto in caso di ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), quale fattore in grado di ridurre il time to pregnancy e massimizzare la risposta ai trattamenti specifici.

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